
Potrebbe essere legata al vizio del gioco e a dei debiti la morte del lodigiano 61enne Roberto Bolzoni conosciuto da tutti come «Rambo», ma solo l'autopsia, che si terrà oggi all'istituto di medicina legale di Pavia, potrà chiarire definitivamente se l'uomo si è tolto la vita o è stato ucciso. Bolzoni, un disoccupato molto noto per il suo buon carattere nei quartieri di Sant'Alberto e San Fereolo, è stato trovato morto martedì intorno alle 13 esattamente 48 ore dopo la sua scomparsa da casa. Il cadavere, immerso nel sangue, è stato rinvenuto riverso sul sedile anteriore della sua Volkswagen Golf chiusa (ma le chiavi non si trovano) in piazza Omegna a Lodi, proprio a due passi dalla sua abitazione di via Sanzio. La moglie, una cameriera di origine cinese che lavora in un ristorante asiatico di Lodi e che ha sporto denuncia di scomparsa ai carabinieri lunedì mattina, assicura di non aver visto la vettura di Bolzoni parcheggiata lì dov'è stata poi trovata.
Il cadavere aveva numerosi segni di arma da taglio al collo e al volto. Accanto al corpo, un coltellino completamente pulito e che, secondo quanto emerso dalle verifiche degli investigatori dell'Arma impegnati nell'inchiesta insieme alla procura guidata dal procuratore capo Laura Pedio, non sarebbe quello con cui Bolzoni è stato ferito.
L'ultimo segnale del cellulare (anche quello introvabile) del 61enne sarebbe stato registrato vicino alla tangenziale cittadina, nell'area campagnola di Cascina Codazza.
Le ricerche dei carabinieri supportati da una squadra specializzata nell'analisi delle celle telefoniche, sono state intense. Fino alla macabra scoperta di martedì era stato setacciato anche il fiume Adda, ma senza esito.
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