Cala Rossano era una delle poche zone sicure

La tragedia di Ventotene si poteva evitare? Qualcuno ha delle responsabilità per la morte di Sara Panuccio e Francesca Colonnello, le due studentesse in gita con la scuola uccise a 14 anni da un costone di roccia che si è staccato all’improvviso a Cala Rossano, spiaggia incantevole a ridosso del porto? Per il momento non ci sono persone da accusare. L’inchiesta aperta dalla Procura di Latina per duplice omicidio colposo e lesioni aggravate procede spedita, ma non ci sono nomi nel registro degli indagati. Almeno, non ancora.
«Ci sono indagini a 360 gradi - assicura il procuratre aggiunto di Latina Nunzia D’Elia - finalizzate a verificare la consistenza geologica della roccia ed eventuali piccole avvisaglie avvenute in passato che avrebbero potuto mettere in guardia». Neppure il sindaco Giuseppe Assenso, convinto che la tragedia non fosse in alcun modo prevedibile, è nel mirino della magistratura: «Alla luce delle notizie attualmente acquisite non abbiamo ritenuto di doverlo indagare», puntualizza la D’Elia. Ora è il momento delle verifiche di carattere amministrativo, dei documenti da acquisire, della legislatura in materia da studiare. Poi si vedrà. È per questo che ieri i carabinieri di Ventotene hanno sequestrato negli uffici del Comune carte relative allo stato delle coste e delle pareti rocciose dell’isola, tra cui quelle redatte dall’Autorità dei bacini regionali del Lazio, in particolare alcune cartine dell’isola relative alle aree sottoposte a tutela per dissesto idrogeologico. Il sindaco è tranquillo. Dice di aver consegnato lui stesso agli investigatori un piano di assetto idrogeologico fatto dalla Regione da cui emerge che «tutta l’isola è a rischio, tranne il tratto che va da Cala Rossano, dove è avvenuta la disgrazia, fino a Punta Eolo». I tecnici inviati dal presidente della Regione Renata Polverini hanno effettuato un lungo sopralluogo sull’isola, anche via mare, per esaminare tutte le aree a rischio crolli dell’isola. I risultati serviranno per stabilire quali sono i lavori da fare con «somma urgenza», come quelli che partiranno oggi a Calanave e all’uscita del Grottone, dove in passato si sono verificate due frane.
Ieri, intanto, sono tornati a scuola i compagni di classe di Sara e Francesca. «Vogliono elaborare il lutto», spiega il preside della Anna Magnani, Riccardo Brugner. Alcuni studenti sono ancora sotto shock, in loro aiuto un team di psicologi. «Questa mattina non abbiamo fatto lezione, eravamo ancora tutti sconvolti e giravamo terrorizzati per i corridoi senza riuscire a dimenticare quello che è successo», racconta una ragazza della III E. A metà mattinata gli alunni hanno osservato un minuto di silenzio. In ricordo delle due studentesse scomparse realizzeranno una piccola scultura e pianteranno due alberi. Al centro del cortile dell’istituto è stato affisso uno striscione con la scritta «Francesca e Sara per sempre le nostre stelle» e allestito un angolo degli addii con tanti bigliettini.

Molti giovani sono usciti con dei fiori in mano e hanno sfilato in silenzio per le vie di Morena, fino alle abitazioni delle due ragazze. Nel letto dell’ospedale di Latina dove è ricoverata con fratture multiple si è intanto risvegliata Athena Raco. Il suo primo pensiero è per le amiche: «Come stanno? Ho visto crollare tutto». Ieri ancora non sapeva.

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