Matteo Failla
Portare cultura - e nello specifico il teatro - in un pub è unoperazione degna di nota, soprattutto quando non è il solito cabaret ad esserne protagonista ma un classico del teatro contemporaneo: il Calapranzi di Harold Pinter. Ben venga allora il teatro dautore proprio nel cuore di Brera, nel pub Le Pecore, promotore della rassegna teatrale «Animali da palcoscenico, il vero spettacolo è qua!»; sul palco del pub e fino a martedì i protagonisti saranno gli attori Maurizio Desinan e Matteo Mo, che proporranno il Calapranzi nellultima traduzione ad opera di Alessandra Serra, con la regia di Marisa Della Pasqua.
Strano a dirsi ma un pub potrebbe essere il luogo adatto per il Calapranzi.
«È vero risponde Maurizio Desinan il pub Le Pecore è un luogo che si presta. Il seminterrato è tutto a mattoni e volte, una scenografia naturale nella quale inserire i due killer protagonisti. Alla fine Ben e Gus, che lavorano per unorganizzazione criminale che comunica solo il nome della città nella quale recarsi e lindirizzo dove attendere la chiamata per lomicidio, aspettano in un luogo simile al seminterrato de Le Pecore; e mentre sono lì qualcuno manda loro biglietti con ordinazioni dal ristorante di sopra tramite un calapranzi (che hanno allestito): credo che il pubblico non potrà che vivere con maggior partecipazione la loro attesa carica di tensione».
Il testo risente molto dellinflusso di Kafka e Beckett: lo avete mantenuto?
«Certamente, ci siamo mantenuti fedeli al testo e agli intenti dellautore. Penso che Pinter abbia una precisione testuale e drammaturgica che lascia poco spazio allimprovvisazione dellattore: la stessa traduttrice Alessandra Serra ci ha spiegato quanto Pinter sia legato didascalicamente al proprio testo».
Oltre alla forza dei dialoghi, il silenzio è uno degli aspetti più importanti del Calapranzi
«È talmente importante che potrei attribuirgli la definizione di sottoparte nello spettacolo. Il silenzio di Pinter ha una musicalità ed una forza espressiva che non ha nulla a che vedere con la semplice pausa teatrale. Lo stesso dialogo tra i due killer si presenta spesso sotto forma di velocissimi sproloqui troncati da un improvviso silenzio con valenza ironica o riflessiva: è una pausa metrica e musicale».
Insomma, il vostro è un Calapranzi pinteriano puro al cento per cento.
«In una sola cosa ci siamo permessi di intervenire: nella soppressione dei troppi intercalari volgari.
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