Argentina, basterà Messi contro la Croazia?

Nonostante la gran partita contro l'Olanda non tutti sono certi che il genio di Messi sarà sufficiente per avere la meglio su una coriacea Croazia. Le chiavi della partita nella nostra analisi

Argentina, basterà Messi contro la Croazia?

Dopo che, una dopo l’altra, le grandi stelle annunciate di questo Mondiale sono state costrette a tornare mestamente a casa, i riflettori sono puntati sulle poche superstar rimaste a contendersi un posto nella finalissima di domenica. Se contro l’Inghilterra Mbappè è stato più o meno annullato da Kyle Walker, Lionel Messi ha invece trascinato i suoi alla vittoria nel pazzesco quarto contro l’Olanda. Ora che l’Argentina dovrà vedersela con i vicecampioni del mondo della Croazia, l’aficiòn albiceleste guarda ancora al suo talismano per alzare al cielo la coppa più bella 36 anni dopo il barrilete cosmico di Maradona. Modric e soci, però, sono reduci dall’ennesima prestazione maiuscola contro il favoritissimo Brasile, annullando per ampi tratti la sua delantera atomica. Come andranno le cose in campo? Quali sono i problemi che Scaloni dovrà risolvere per togliersi di mezzo una squadra estremamente rognosa, fisica quanto basta e dotata di talenti in grado di punire il minimo errore? Per prepararvi a questa semifinale, ecco la nostra piccola guida ad Argentina-Croazia.

Alcune assenze pesanti

Una delle chiavi della sofferta vittoria contro l’Olanda è sicuramente stata l’eccellente prestazione della difesa, capace di imbrigliare efficacemente le sgroppate di clienti decisamente scomodi come Memphis Depay e Gakpo. Buona parte del merito va alla fascia destra, dove Molina e Marcos Acuña sono stati fondamentali per rompere il gioco degli Oranje. Se l’ex Udinese ha speso moltissimo ma dovrebbe farcela, il centrocampista del Siviglia sarà costretto a guardare la partita dalla tribuna, dopo il secondo giallo. Stesso dicasi per il suo compagno di squadra Montiel, uno tra i 15 ammoniti nel nervosissimo finale di partita. L’assenza del rimpiazzo naturale di Molina potrebbe essere un problema nel secondo tempo, visto che l’altro terzino destro, Juan Foyth del Villarreal, non è ancora sceso in campo in Qatar. Al centrocampo sarà Nicolas Tagliafico del Lione a sostituire Acuña, una scelta obbligata che non riempie di fiducia Scaloni. Dopo aver fatto un mezzo disastro al debutto da titolare contro l’Arabia Saudita, l’ingresso in campo del laterale ha dato l’avvio all’inaudita rimonta olandese nel secondo tempo. Da quelle parti opera gente molto poco raccomandabile come Mateo Kovacic e un certo Ivan Perisic, entrambi capaci di fare malissimo alla retroguardia sudamericana. Vedremo come Scaloni riuscirà a risolvere questo rebus.

Messi e Acuna

Un centrocampo acciaccato

Ancora una volta sarà il centrocampo dell’Argentina a dover bloccare sul nascere le trame offensive della Croazia, un compito forse ancora più complicato che contro l’Olanda. Se Van Gaal aveva un mix di giocatori di sostanza e di movimento, Dalic può schierare gente non solo fisica ma con piedi particolarmente educati. Anche il meno fantasioso degli slavi, il tuttofare del Chelsea Mateo Kovacic, ha messo non solo almeno dieci tackle vincenti ma anche cinque palle gol. Anche se Modric è molto più arretrato che ai tempi d’oro, sottovalutare i suoi passaggi illuminanti potrebbe costare carissimo. Il problema di Scaloni è che buona parte dei suoi centrocampisti non sono al massimo.

L’uomo ovunque della “Scaloneta”, l’ex Udinese Rodrigo de Paul, sta faticando a riprendersi da un infortunio ed è stato costretto a lasciar posto a Paredes al 66’. La differenza in campo si è sentita assai, con lo juventino ancora una volta parecchio evanescente. Cosa dire poi di Angel di Maria, il cui pessimo stato di forma ha costretto Scaloni a metterlo in campo solo per pochi minuti? Il “Fideo” potrebbe fare la differenza ma è improbabile che parta da titolare. Dall’altra parte, nonostante i minuti giocati stiano iniziando a farsi sentire, Dalic non ha alcun problema del genere. Kovacic aveva avuto un piccolo infortunio al volto in allenamento ma col Brasile è sembrato in gran forma.

Il torinista Nikola Vlasic ha recuperato completamente dall’infortunio muscolare nella fase a gironi e ha fatto molto bene col Brasile. Le preoccupazioni sulla tenuta di Marcelo Brozovic sembrano ormai passate: l’interista ha mostrato qualche imprecisione di troppo, ma sembra in netta crescita. Riusciranno Fernandez e Mac Allister a sacrificarsi in fase di copertura e mantenere la spinta in avanti?

Messi farà la fine di Neymar?

Il Ct croato non lo ammetterà mai neanche sotto tortura, ma la sua preoccupazione principale sarà indubbiamente limitare in qualche modo il genio della Pulce. Nonostante i 36 anni, il mondiale del rosarino è finora da applausi: 16 occasioni create, secondo dietro alle 17 del “Petit diable” Griezmann e ben sei reti, secondo miglior marcatore dietro a Kylian Mbappe. Nel post-partita Dalic ha più volte ripetuto che, se la sua squadra ripeterà quello che ha fatto contro il Brasile, non c’è alcuna ragione di temere Messi. Per quanto i croati siano stati quasi perfetti, è bastata una mezza disattenzione per consentire a Neymar di segnare uno dei gol più belli del mondiale. Il piano ha comunque funzionato, visto che la pressione asfissiante di Pasalic, Juranovic e Modric ha consentito a Neymar e Vinicius Junior di mettere solo cinque dribbling in tutta la partita.

L'idea base potrebbe essere la stessa: circondare Messi, togliergli lo spazio e complicargli costantemente la vita. Più facile a dirsi che a farsi: nonostante fosse circondato da quattro arancioni, Messi è riuscito comunque a far arrivare il pallone dell’1-0 a Molina. A fare la differenza potrebbe essere la retroguardia croata, dove Gvardiol sta giocando un mondiale quasi perfetto. Disciplina e fantasia europea contro garra e genio sudamericano: non male come ricetta per una grande semifinale.

Neymar

Sull'orlo di una crisi di nervi?

Se molti si sono concentrati sull’esultanza decisamente poco elegante dei giocatori argentini dopo il rigore decisivo di Lautaro Martinez, la vera notizia del post-partita di Olanda-Argentina è stato un Messi assolutamente sopra le righe. Che non fosse una gara comunque per lui lo si era capito, ma l’esultanza polemica davanti alla panchina olandese e le parole pesanti lanciate all’indirizzo di Louis Van Gaal hanno lasciato molti interdetti. La Pulga ha capito di dover portarsi sulle spalle la nazionale ed ha colto ispirazione dal nume tutelare dell’Argentina, il fantasma di Diego Maradona. A fare impressione, poi, gli insulti lanciati all’indirizzo di Weghorst nella mix zone, un comportamento del tutto inconsueto per uno degli sportivi meno polemici di sempre.

A Baires sono molti che vorrebbero una nazionale più cattiva, più decisa, capace di lottare contro tutto e tutti, lanciando il cuore contro l’ostacolo. Scaloni ha alzato il volume delle emozioni ed i 15 cartellini sono stati il risultato di una partita che si è incattivita molto nel finale. Certo, Van Gaal ce l’aveva con l’idolo di Messi, Riquelme, tanto da costringerlo ad abbandonare il Barcellona e gli olandesi si sono profusi in una serie di provocazioni davvero impressionante nei 120 minuti ma un’Argentina così nervosa non la vedevamo da tantissimo tempo. Se cose del genere fanno andare in brodo di giuggiole tifosi e commentatori in patria, il messaggio ai croati è chiaro: se ci fate innervosire, perdiamo la testa. Un messaggio che un marpione come Dalic saprà sfruttare al meglio.

Rissa giocatori Argentina

Un altro finale da incubo?

Finora la costante dell’Argentina è stata sempre la stessa: grande approccio alla partita nel primo tempo, sprazzi di gioco veramente sublimi fino al vantaggio per poi concedersi lunghissime pause e far ritornare gli avversari in partita. Magari non molti se lo ricordano, ma l’Albiceleste con l’Australia ha rischiato tantissimo: se non ci fosse stato l’intervento miracoloso di Emiliano Martinez, ci sarebbero ancora voluti i supplementari. Il blackout degli ultimi 10 minuti dei tempi regolamentari contro l’Olanda verrà studiato a lungo a Coverciano per mostrare come non comportarsi quando si è avanti di due gol. C’è chi azzarda un parallelo con la spocchia del Brasile, che per voler umiliare la Croazia si è fatto raggiungere in contropiede nei supplementari ma temo che le cose stiano in maniera diversa.

Più che arroganza, l’Argentina non è in grado di controllare le partite, specialmente quando in campo ci sono le seconde linee e la benzina nel serbatoio scarseggia. Quando rallenta, il fraseggio a centrocampo dei sudamericani diventa assai prevedibile e le sbavature concedono spesso ripartenze pericolose. C’è poi il problema mostrato proprio nel finale contro l’Olanda, quando la difesa argentina è stata messa in gravissimo imbarazzo da due “pennelloni” vecchio stile come Weghorst e Berghuis. La Croazia non avrà un centravanti classico ma non ha carenza di giocatori capaci nel gioco aereo. Molto dipenderà da come andrà la partita ma è certo che se l’Argentina non l’avrà chiusa per il 70’, potrebbe esserci un nuovo finale thrilling.

Weghorst gol 2 Olanda Argentina
Weghorst segna il 2-2 nel finale di Olanda-Argentina

Nessuno in fondo sa come andrà a finire questa partita, che si preannuncia forse ancora più equilibrata di quella con l’Olanda. Certo è che di fronte ci saranno due squadre esperte, col morale a mille, decise a fare di tutto per arrivare fino in fondo.

Sarebbe un finale da sogno sia per Messi che per Luka Modric, un altro che sa benissimo come si vince un trofeo. Speriamo che il nervosismo e la tensione lascino il posto ad un’altra serata di gran calcio. Vada come vada, sarebbe il modo migliore di chiudere le carriere internazionali di questi due grandissimi campioni.

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