Lutto nel mondo del calcio, è morto Carlo Tavecchio. L'ex presidente della Figc si spento all'età di 79 anni. L'ultima uscita pubblica due settimane fa in occasione dell'assemblea della Lnd Lombardia, poi alcuni problemi di tipo polmonare e l'improvviso peggioramento delle sue condizioni che lo hanno portato lo scorso mercoledì al ricovero in un ospedale brianzolo. La morte nella notte. È stato alla guida del calcio italiano dal 2014 al 2017 per poi dimettersi dopo la mancata qualificazione ai Mondiali di Russia 2018 della Nazionale guidata da Ventura. Attualmente era da due anni alla guida del Comitato regionale della Lombardia.
Chi era Carlo Tavecchio
Personaggio molto diretto, dal linguaggio forse un po' troppo naif per i tempi attuali,ma di sicuro un "uomo del fare". Legato a Claudio Lotito, una posizione che nelle contrapposizioni della politica del calcio, gli procurò l'opposizione di alcuni club, Juventus e Roma su tutti. La carriera di dirigente sportivo lo porta ai vertici della FIGC nel 2014, in quell'anno scandito dalle dimissioni di Giancarlo Abete dopo il naufragio dell'Italia ai Mondiali di Brasile 2014. Fu una reazione a catena, considerato che a lasciare per senso di responsabilità fu anche il commissario tecnico della Nazionale di allora, Cesare Prandelli. L'era Tavecchio iniziò così: elezione con oltre il 60% dei voti nella sfida a distanza con l'ex calciatore del Milan, Demetrio Albertini.
Intorno alla sua figura non sono mancate mancano polemiche e discussioni. Quando ad esempio nel corso di un'assemblea della Lnd, parlando da candidato alla presidenza della Figc Tavecchio affrontò lo scottante tema dei troppi stranieri presenti in Italia:"Le questioni di accoglienza sono una cosa, quelle del gioco un’altra. L’Inghilterra individua dei soggetti che entrano, se hanno professionalità per farli giocare", affermava Tavecchio che poi aggiunse:"Noi invece diciamo che Optì Poba è venuto qua che prima mangiava le banane e adesso gioca titolare nella Lazio e va bene così. In Inghilterra deve dimostrare il suo curriculum e il suo pedigre". Una gaffe che attirò, su di sé, le antipatie di milioni di italiani.
Dall'intuizione Conte al "fallimento" con Ventura
Da numero uno del calcio italiano, fece di tutto per portare sulla panchina dell'Italia, Antonio Conte, in quel momento senza panchina dopo l'addio alla Juventus. La scelta si rivelò indovinatissima. Il tecnico salentino seppe trasformare una delle Nazionali "meno attrezzate" che si ricordi in una squadra coraggiosa e garibaldina. Parliamo degli Europei 2016, dopo la splendida vittoria contro la Spagna agli ottavi, Gli Azzurri furono eliminati ai quarti di finale, battutti ai rigori dalla Germania. L'addio di Conte, intanto accasatosi al Chelsea, mise in grande difficoltà Tavecchio, che decise di affidare la guida della panchina a Gian Piero Ventura, una delle poche opzioni possibili in quel momento. Una decisione che si rivelò deleteria. A questa gestione si collega uno dei momenti più bassi della storia del calcio italiano: la mancata qualificazione alla Coppa del Mondo del 2018 in Russia. Tavecchio scelse di dimettersi, una scelta senz'altro apprezzabile, non da tutti come hanno dimostrato in situazioni analoghe, le ultime vicissitudini del calcio italiano. Negli ultimi anni era tornato alla figura di presidente della Lega Nazionale Dilettanti in Lombardia, ruolo che aveva coperto già verso la fine degli Anni Novanta.
Il cordoglio del mondo del calcio
"Carlo ha segnato una parte importante della mia vita. E ha rappresentato un modo con il quale ci si può confrontare, si può competere ma ci si può rispettare. La mia vita è cambiata perché Carlo ha vinto e io ho perso, ma è stata una competizione leale e corretta. Forse ci siamo voluti bene di più dopo che prima. E questo non succede sempre". Con queste parole il ministro per lo sport e i giovani, Andrea Abodi, ha ricordato durante il meeting nazionale del CSI Carlo Tavecchio, che sfidò nel 2017 per la presidenza della Federcalcio."Due settimane fa ci siamo sentiti, ci siamo mandati dei messaggi - ha aggiunto Abodi - in lui c’era il senso della vita e della vitalità che non ho trovato in altre espressioni della dirigenza sportiva. Questa è una giornata buia perché se n’è andato un amico".
"Sono profondamente addolorato per la scomparsa di un vero appassionato di calcio come Carlo Tavecchio - dichiara il presidente della Figc Gabriele Gravina -, ci lascia un amico dalle grandi qualità umane, molto impegnato nel sociale, e un dirigente preparato, che ha saputo dare voce e dignità alle società dilettantistiche e che non ha mai rinunciato a innovare. L’impulso allo sviluppo del calcio femminile in Italia attraverso il connubio con i club professionistici maschili, l’introduzione in Italia della Goal Line Technology e del Var, così come la scelta in campo internazionale di appoggiare gli attuali vertici di Uefa e Fifa sono state sue felici intuizioni".
"La Lega Serie A esprime le più sentite condoglianze alla famiglia del Presidente Carlo Tavecchio. Ha dedicato la propria vita al mondo del calcio, con particolare riguardo al settore dilettantistico e giovanile a cui ha sempre riconosciuto il valore e l’importanza che meritano per lo sviluppo di tutto il movimento".
Così il presidente della Lega Serie A Lorenzo Casini.Ma sono tante le società che lo hanno voluto ricordare, a partire da Napoli, Udinese, Monza, Verona, Fiorentina, Cagliari e tante altre che man mano stanno pubblicando il tweet commemorativo.
"La Lega Serie A esprime le più sentite condoglianze alla famiglia del Presidente Carlo Tavecchio. Ha dedicato la propria vita al mondo del calcio"
— Lega Serie A (@SerieA) January 28, 2023
Le parole del Presidente Lorenzo Casini
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