Marco Di Bello è finito nel calderone per il suo arbitraggio in Lazio-Milan terminato con il punteggio di 1-0 per i rossoneri e con tre espulsioni, che hanno fatto molto discutere, tra le fila dei biancocelesti. Il designatore arbitrale Gianluca Rocchi, ospite a Open Var su Dazn, non si è nascosto dietro a un dito ed ha spiegato: "Non dobbiamo nasconderci e oggettivamente si poteva fare meglio. Nel controllo della partita si poteva fare meglio. Ho letto tante cose non belle e tenere nei confronti di Marco Di Bello. Non è semplice quando una squadra finisce in 8 e non fai bene". Nonostante sarà fermato in Italia e in Serie A, il fischietto di Brindisi sarà il quarto uomo in Real Madrid-Lipsia, ottavo di ritorno di Champions League, in programma il prossimo 6 marzo. Il fischietto sarà Davide Massa, Alassio e Meli gli assistenti. Irrati e Valeri (AVAR) invece, saranno protagonisti davanti al monitor.
Il messaggio di Di Bello a Rocchi
Il designatore arbitrale ha poi svelato come il fischietto di Brindisi gli abbia mandato un messaggio il mattino seguente a Lazio-Milan: "La mattina dopo mi ha scritto un messaggio: ha detto mi dispiace, ho perso un po'...". Rocchi è poi entrato nello specifico: "Mi dispiace per le aggressioni verbali che ci sono state, è mortificato perché sa che poteva fare decisamente meglio. Si è reso conto di cosa ha fatto".
L'ex arbitro della sezione di Firenze ha poi analizzato il contatto Maignan-Castellanos che ha fatto infuriare la Lazio: "Il contatto Maignan-Castellanos? Episodio molto al limite, siamo dell'idea di essere d’accordo con la scelta. Diamo più importanza a quanto deciso sul campo, se avesse dato rigore ci sarebbe stato un silent-check accettando la scelta. É un episodio poco chiaro, non è da Var. Senza la presenza di Gabbia non sarebbe cambiato nulla, ma vedendo la dinamica avrebbe avuto un occhio diverso. Castellanos viene travolto, non ha fatto nessuna esagerazione. Questo è un episodio che si valuta bene in diretta, se vai a rivederlo diventa un rigore netto. Ci sentiamo di supportare la decisione di Di Bello. Episodio da cinquanta e cinquanta, anche qualora avesse dato il penalty non sarebbe stato un errore”.
Rocchi si è poi soffermato sull'espulsione di Luca Pellegrini, da cui ha poi perso definitivamente di mano la partita: "Di Bello non ha avuto il tempo. Il secondo giallo è giusto. Se avesse avuto la sensazione che c’era qualcosa di importante avrebbe fermato il gioco. Il doppio giallo è dovuto, ma mi rendo conto della difficoltà nell’accettarlo. La comunicazione chiara è che dobbiamo intervenire noi quando c’è un problema al viso. Di Bello è più attratto da quello che succede dopo. La bravura è capire quando c’è una cosa seria, quando c’è di mezzo la testa è sempre serio".
E ancora sul rosso a Marusic per proteste: "Il rosso a Marusic? Non so cosa abbia detto all'arbitro, il rapporto di fine gara è roba dell’arbitro e io dico sempre di scrivere tutto ciò che succede. Io ragiono al contrario e in positivo. Io mando fuori quelli che stanno meglio, quelli che stanno meno bene stanno un po' tranquilli. Di Bello lo dobbiamo recuperare il prima possibile. Non dobbiamo lasciare nessuno indietro, questo è fuori discussione. Quando vedi salire la partita la devi schiacciare un po'. Devi guidare la partita, i giocatori hanno bisogno di una guida".
La lettera della moglie
La moglie di Di Bello ha scritto invece una lettera per sfogarsi sugli insulti ricevuti dal marito per l'arbitraggio di Lazio-Milan: "Non è facile scrivere rimanendo lucida ed educata, non è facile restare equilibrata e serena. Non è per niente facile, ma devo esserlo per non farmi travolgere e inghiottire da questa tempesta di odio. Non voglio parlare di arbitraggio, non mi interessa parlare di calcio e calciatori, non posso però parlare di sport perché sport non è più: nello sport non c’è spazio per odio e violenza. Invece sono due giorni, e chissà quanti altri ne seguiranno, che su un uomo si stanno riversando le più indicibili cattiverie e ostilità. È un accanimento mediatico e sociale senza precedenti. Viviamo in un’epoca storica dove si condannano e si prendono le distanze da violenza e abusi, ma siamo però capaci di odiare, denigrare, offendere, maltrattare e oltraggiare il prossimo. Non sono qui per difendere Marco, in quanto capace di poterlo fare da sé. Sono qui per mettermi accanto a lui, per poterlo alleggerire del carico emotivo subito. Sono qui per ricordare che dietro una divisa, fuori dal campo, lontano dalle telecamere, c’è un uomo. Ci sono sacrifici, impegno, dedizione, rinunce, sogni, successi e sconfitte.
C’è Marco Di Bello, ci sono la sua forza, la sua dignità e tanto altro ancora che niente e nessuno riuscirà mai a cancellare. “Nel mezzo di una difficoltà c'è un'opportunità.” (Albert Einstein) Con Amore ! Carla".
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