
Chi troppo sbaglia non può che battersi il petto e chiedere scusa. Si tratta del Milan, in questo caso del Milan di Sergio Conceiçao, partito col piede sbagliato in Champions per l’occasione persa a Zagabria (sfondone di Gabbia e Musah espulso), prima della sconfitta di Rotterdam (dovuta alla papera di Maignan) e dell’epilogo amarissimo di ieri sera. Incredibile lo sviluppo del secondo play off: dopo 41 secondi ha pareggiato il gol subito all’andata, e poi ha avuto almeno tre occasioni rotonde per centrare il 2 a 0 e mettersi comodo ad aspettare il fischio finale. E invece…E invece è successo il terzo peccato mortale, questa volta protagonista Theo Hernandez protagonista di due gialli, uno più folle dell’altro, il primo per una spinta inutile a un rivale, il secondo per un tuffo in area che ha dato all’arbitro polacco la sensazione della simulazione. A quel punto è crollato il castello di carta costruito nella prima frazione. Conceiçao poi ci ha messo del suo con un paio di sostituzioni poco condivisibili, in particolare quella di Gimenez e non Joao Felix, impalpabile. E il Feyenoord ha avuto la pazienza necessaria per aspettare l’occasione dell’1 a 1.
Alla fine Ibrahimovic si è presentato ai microfoni, ha definito l’intervento dell’arbitro “troppo duro” ma ha incassato la sconfitta. “La cosa peggiore è la bambinata fatta nel primo tempo” la definizione di Fabio Capello. Il conto è salatissimo: eliminazione dalla Champions e perdita secca di 11 milioni.
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