Alle volte per andare avanti in un mondiale basta avere un giocatore in stato di grazia. Nel 1986 fu un certo Diego Maradona a trascinare l’Argentina fino al trionfo, stavolta tocca a Lionel Messi. In quella che tutti si aspettavano come una semifinale estremamente equilibrata, la squadra di Scaloni mette la miglior prestazione difensiva del suo mondiale, frustrando il gran palleggio dei croati e rivelandosi ancora micidiale in ripartenza. Dopo trenta minuti nei quali erano stati gli slavi a farsi preferire, un uno-due devastante che manda al tappeto gli uomini di Dalic. Rigore procurato da una scorribanda di Julian Alvarez convertito in maniera magistrale da Messi, poi è l’attaccante del Man City a fare tutto da solo, scartando mezzo mondo per poi battere Livakovic.
La Croazia prova a riaprire la partita ma la difesa sudamericana è perfetta. Sull’ennesima ripartenza, Messi prende in prestito la spudoratezza di Diego: maramaldeggia sulla fascia, va sul fondo e la passa ancora ad Alvarez che chiude i conti sul 3-0. Croazia annichilita, troppo brutta per essere vera, un’uscita di scena mesta per una squadra che aveva finora fatto vedere grandi cose. Ottava finale per un’Albiceleste in grande fiducia. Avevano ragione a Buenos Aires: stavolta la coppa potrebbe tornare a casa loro.
La partita
Nonostante le tante speculazioni della vigilia, Scaloni decide di affidarsi alla formazione che ha strappato il passaggio alla semifinale all’Olanda con un’eccezione non da poco: l’ingresso dello juventino Paredes al posto dello squalificato Acuña. A vedersela con il solido centrocampo croato ed i possibili pericoli dalle fasce, l’ottimo ex Udinese Molina e Tagliafico del Lione, che ha diverse cose da farsi perdonare. Agli intoccabili Julian Alvarez e Lionel Messi dovranno dare una mano Rodrigo de Paul ed Enzo Fernandez, liberati dai compiti di copertura.
Dalic non si smentisce e ripropone la formazione tipo, con Kramaric unica punta vera e gli “italiani” Perisic e Pasalic a fare da mezze punte. Petkovic, che col Brasile aveva finito davvero stanchissimo, parte dalla panchina ma potrebbe subentrare nel secondo tempo. A dover addomesticare i guizzanti avanti argentini dovranno pensarci Lovren e Gvardiol, finora quasi insuperabili. Il cuore della manovra croata sarà al centro, dove Modric, Brozovic e Kovacic hanno abbastanza classe e gamba per rispondere colpo su colpo ai corrispettivi albicelesti.
La Croazia gioca, l'Argentina segna
Di fronte ad un Iconic Stadium tutto bianco e azzurro, l’inizio dell’Argentina non è certo di quelli dirompenti. Giro palla lezioso quanto basta che a malapena fa alzare la pressione alla retroguardia slava. La Croazia non si fa mettere fretta e continua con il suo solito passo glaciale, per poi scatenarsi quando possibile in ripartenze fulminee. Per il primo quarto d’ora, a parte qualche cross interessante di Perisic non offre molto, con la linea difensiva argentina che non si scompone. Brozovic e Kovacic provano a rallentare ulteriormente il ritmo in quella che sembra sempre di più una partita a scacchi. Ad ogni mossa arriva sempre una contromossa precisa, capace di annullare i tentativi di combinazioni più interessanti. Orsato tiene bene in pugno la gara, lasciando spesso giocare le due squadre, senza calcare troppo la mano. Al 16’, sul primo angolo per gli slavi, Lovren riesce a prendere il tempo al marcatore ma la tocca malissimo, sprecando.
Col tempo si intuisce il piano di Dalic: tanta pressione sulla propria tre quarti, recuperare quanti più palloni possibili e partire con sganciamenti rapidi. Sul recupero di Brozovic, Modric alimenta la corsa di Kovacic, che però viene steso. La Croazia, però, appena arriva vicino all’area argentina sembra smarrirsi. Decisamente più pericoloso l’undici di Scaloni a partire dal 21’: Messi si smarca e alimenta l’azione di Alvarez ma Pasalic, in copertura, intuisce tutto e fa ripartire Kovacic. Il centrocampista del Chelsea ne scarta due ma poi si allunga troppo il pallone, vanificando l’interessante contropiede. Poco alla volta la Croazia inizia a macinare calcio e si rende più pericolosa grazie ad un monumentale Modric, che sembra ovunque. Perisic prova anche un pallonetto per ingannare Martinez ma la palla si perde sul fondo.
Proprio nel momento migliore degli slavi, ecco che la partita cambia verso. Palla persa in avanti dalla Croazia, lancio illuminante che trova la corsa di Alvarez, in netto vantaggio sui centrali, che si erano spostati in avanti. Sul suo pallonetto a scavalcare, Livakovic non può fare a meno di stenderlo. L’azione va avanti per qualche secondo prima che Orsato indichi nettamente il dischetto. Sul primo errore degli uomini di Dalic, ecco che Lionel Messi sale sul proscenio. Zero pressione, rigore praticamente perfetto, potente, sotto la traversa. Livakovic intuisce ma non ci può arrivare: 1-0 Albiceleste.
La reazione della Croazia non si fa attendere, con gli slavi che si portano in avanti con più decisione, costringendo i sudamericani ad arretrare il raggio d’azione ed affidarsi a qualche estemporanea ripartenza. Se gli spazi si aprono, gli avanti argentini sanno come approfittarne. Da un angolo giocato male, la palla arriva ancora ad Alvarez che scarta un paio di giocatori, approfitta di un mezzo velo di Molina, di un liscio di Sosa, di un rimpallo fortunato per portare la palla in porta. Gol fortunoso ma meritato per l’avanti del Manchester City, che approfitta dell’ennesimo pasticcio difensivo slavo. La Croazia gioca, l’Argentina segna: 2-0.
Ormai l’Argentina è in trance agonistica e prova ad ammazzare la partita, approfittando di una Croazia in stato confusionale. Su una deviazione casuale di Mac Allister, Livakovic è chiamato ad una parata non semplice ma l’Albiceleste ormai staziona stabilmente nell’area croata. Poco alla volta, l’undici di Scaloni tira il fiato e la Croazia prova timidamente a rialzare la testa. Ogni volta però che sposta il baricentro, l’Argentina si rende pericolosa in ripartenza. I ragazzi di Dalic continuano a combinare bene ma senza riuscire a trovare lo spiraglio giusto per impensierire Martinez. Cinque minuti di fuoco che, per ora, spianano la strada verso la finale ai sudamericani. Rimettere in sesto la partita per una squadra che ha segnato pochino in Qatar è un compito improbo. Vedremo se Modric e compagni sapranno cambiare marcia nel secondo tempo.
Messi c'è, la Croazia proprio no
Per rispondere all’Albiceleste, Dalic è costretto a cambiare: fuori il disastroso Sosa e l’evanescente Pasalic, dentro Orsic e il torinista Nikola Vlasic. Alla Croazia non servirà molto per migliorare dopo il peggior tempo giocato finora in Qatar. L’Argentina è sicura dei propri mezzi e regge bene all’impatto con gli slavi, sfruttando bene le fasce con un ottimo De Paul e Mac Allister. Albiceleste che aggredisce molto, decisa stavolta a chiudere i conti ed evitare l’ennesima rimonta nel finale. Neanche cinque minuti e Dalic è costretto a stravolgere il sistema di gioco: fuori Brozovic per il salvatore della patria Petkovic. Si va a due punte ma la mancanza dell’interista potrebbe complicare ancora le cose al centrocampo. Le squadre si allungano ma ancora una volta le velleità slave si infrangono sulla barriera albiceleste al limite dell’area. Continua lo sterile possesso palla croato ma imprecisioni ed errori frustrano ogni tentativo di alimentare le residue speranze.
Alvarez e Fernandez ogni tanto costringono la Croazia ad arretrare: ogni volta che l’Albiceleste scende sono guai per la difesa slava. Sull’ennesima azione insistita, combinazione con Fernandez che mette Messi a tu per tu con Livakovic: tiro non irresistibile che il portiere sventa bene. L’undici di Dalic prova a pungere ma entrare nell’area argentina è quasi impossibile. Il coraggio non manca ma la partita sembra ormai scivolare verso l’inevitabile. Scaloni non si fida e rafforza la retroguardia: si passa al 3-5-2 con Lisandro Martinez che prende il posto di un Paredes finalmente efficace. Su un’azione confusa nell’area piccola ecco la prima occasione per la Croazia, sventata senza grossi problemi dal portiere. L’Argentina, però, gioca sul velluto e sembra quasi divertirsi. Quando meno te l’aspetti, ecco che Messi sale in cattedra. Un’azione sulla destra, slalom sulla fascia, ne scarta tre, va sul fondo, indovina un passaggio per Julian Alvarez, tutto solo nell’area piccola. L’Araña ringrazia e la deposita dietro all’incolpevole Livakovic. Applausi a scena aperta per la Pulce, è 3-0.
A questo punto molta accademia, qualche giocata azzardata ma la delusione dei croati è evidente. Non siamo a livelli di manifesta superiorità ma poco ci manca. L’Argentina mette il pilota automatico, sostenuta dal tifo scatenato dell’hinchada albiceleste. A dieci minuti dalla fine, esce pure uno stanchissimo Luka Modric, che chiude la carriera internazionale con una delusione atroce. I sudamericani provano a controllare la partita, quasi scherzando con un avversario che, mentalmente, non ne ha più. C’è spazio anche per Paulo Dybala ed ogni tanto lui e Mac Allister si presentano pure davanti a Livakovic ma la voglia di infierire non è molta. Prestazione davvero impeccabile per l’undici di Scaloni che, stasera, non ha sbagliato proprio niente. Gli ultimi minuti scivolano via come se nessuno volesse davvero giocarli. Questa partita ha detto quel che doveva dire. Va avanti la squadra migliore: Francia o Marocco sono avvertite.
Il tabellino
ARGENTINA (4-4-2): Martinez; Molina (87' Foyth), Romero, Otamendi, Tagliafico; De Paul (74' Palacios), Fernandez, Paredes (61' Martinez), Mac Allister (86' Correa); Messi, Alvarez (74' Dybala). A disposizione: Armani, Rulli, Rodriguez, Di Maria, Papu Gomez, Almada, Martinez, Pezzella. Ct: Lionel Scaloni
CROAZIA (4-3-3): Livakovic; Juranovic, Lovren, Gvardiol, Sosa (47' Orsic); Modric (81' Majer), Brozovic (50' Petkovic), Kovacic; Pasalic (47' Vlasic), Kramaric (72' Livaja), Perisic. A disposizione: Grbic, Ivusic, Stanisic, Barisic, Erlic, Vida, Sutalo, Susic, Jakic, Budimir. Ct: Zlatko Dalic
Marcatori: 34' Messi (Rig.) (A), 40' Alvarez (A), 70' Alvarez (A)
Ammoniti: 32' Livakovic (C); 33' Kovacic (C); 68' Romero (A); 71' Otamendi (A)
Arbitro: Daniele Orsato (Italia)
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.