Il Monza pesca il jolly dell'ex. Inter, stavolta è finale amaro

Il Monza pesca il jolly dell'ex. Inter, stavolta è finale amaro

Il Monza ferma l'Inter e frena la rincorsa scudetto dei nerazzurri. E la domenica che poteva essere di serena attesa dei risultati altrui, rischia di diventare ricca solo di guai e cattive notizie. In vantaggio fino al minuto 93, Inzaghi rischia addirittura di perdere. La grazia Caldirola, di testa, più che salvarla Onana, che para un tiro semplice. Perdere sarebbe stata punizione forse troppo severa, ma di certo non lo è il pareggio, ampiamente meritato dal Monza e dal gioco coraggioso, ma attento di Palladino. Anche se i nerazzurri protestano per l'1-3 di Acerbi negato, cancellato da un fischio precedente per un presunto fallo di Gagliardini su Pablo Mari, che le immagini non confermano. A Inzaghi resta oltre alla rabbia anche l'ombra cupa dell'uscita dal campo di Calhanoglu e di Barella, il sospetto è che si siano fatti male, viste le smorfie di entrambi e il modo repentino in cui sono stati rilevati da Asllani (anonimo come sempre) e Gagliardini.

Insomma, una brutta serata, per quanto cominciata bene: è passata anche l'Epifania, ma a Monza è infatti ancora tempo di regali. Toccano a Inzaghi, che nel primo tempo segna due volte su altrettanti clamorosi errori dei difensori del Monza. Prima Carlos Augusto si fa aggirare da Darmian in area, poi Pablo Marì perde il pallone in favore di Lautaro, nel maldestro tentativo di cominciare l'azione dalla propria area.
Di Gregorio due volte battuto senza colpe alcuna.

Nel mezzo, il provvisorio pareggio di Ciurria, al primo gol in Serie A: gran bel sinistro chirurgico, dopo un guizzo insistito di Pessina e dormita collettiva della difesa interista (pisolo particolare di Mkhitaryan). Anche questo, un regalo già in tempo di saldi. Dubbi, molti, sul contatto Acerbi-Ciurria nell'area interista e ancora sullo 0-0. In questo caso, meglio non parlare di regali, ma certo di possibile errore.

Rispetto alla vittoria sul Napoli, Inzaghi cambia meno del poco già previsto. L'unica novità è Lautaro Martinez in campo dall'inizio, al posto di Lukaku, che entrerà poi per Dzeko prima di metà ripresa. Il tecnico evidentemente non teme di "perdere" in prospettiva giocatori importanti come De Vrij, preferendo puntare su chi - come Acerbi - gli dà più fiducia nell'immediato.

Nonostante cambi poco o nulla, però l'Inter è meno bella di quella che ha fermato la capolista. Si vede subito e se ne ha la conferma già molto prima del pareggio finale. Meno avvolgente, più ferma, quasi stanca, ma non sembra solo un problema fisico. La partita le si mette subito nel modo giusto, segna e va in vantaggio. Però non riesce a gestire e alla prima azione si fa riprendere. Poi il pasticciaccio di Pablo Marì, che riporta in vantaggio i nerazzurri (qui in tinta celestino pigiama), ma non consente ugualmente a Inzaghi di riprendere possesso del canovaccio.

Palladino è bravo ad attaccare, senza mai scoprirsi, evitando così di offrire all'Inter lo spazio per il contropiede più volte sbattuto in faccia a Spalletti. Anche Lukaku, che per almeno un tempo contro il Napoli aveva dato chiari segnali incoraggianti, stavolta per quanto gioca è anonimo come nelle serate peggiori.

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