Nainggolan rilasciato dopo arresto e interrogatorio: ecco qual è la nuova accusa

Il centrocampista belga è formalmente indagato per partecipazione ad un'organizzazione criminale. Lo ha stabilito il gip di Bruxelles

Nainggolan rilasciato dopo arresto e interrogatorio: ecco qual è la nuova accusa
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Radja Nainggolan è stato rilasciato dalle autorità belghe ed è ora in libertà vigilata e non può lasciare il Belgio. Questa la decisione del gip dopo il doppio interrogatorio al centrocampista, arrestato ieri nell'ambito di un'indagine sul traffico internazionale di droga.

"Radja spera di potersi lasciare rapidamente tutto alle spalle e tornare a giocare a calcio", ha spiegato ai media belgi l'avvocato del giocatore, Omar Souidi. "Non è stato accusato di traffico di droga o riciclaggio di denaro, ma come membro di un'organizzazione criminale. Tuttavia confidiamo che ulteriori indagini dimostreranno che non ha colpe. Radja Nainggolan non è un criminale della droga", ha sottolineato il legale."Siamo felici che Radja sia libero, ed ora periamo che gli sia concesso di giocare", ha detto Hans Van Duysen, presidente del Lokeren, il club di seconda divisione belga in cui milita da poco Nainggolan. "Siamo felici che sia di nuovo libero, anche se non conosciamo ancora le condizioni, ma vogliamo scoprirlo rapidamente".

Il caso

L'ex calciatore di Cagliari, Roma e Inter è formalmente indagato per partecipazione ad un'organizzazione criminale dedita al traffico di stupefacenti accusata di aver importato cocaina dall'America Latina all'Europa, attraverso il porto d'Anversa, e di averla distribuita in tutto il Belgio. Lo ha stabilito il gip di Bruxelles al termine del lungo interrogatorio.

Dopo una nottata passata in carcere, il Ninja è stato "rilasciato con condizioni". Insomma, il fermo di lunedì mattina non è stato trasformato in arresto immediato, ma resta comunque sottoposto a libertà vigilata. Ancora non è chiaro se il calciatore avrà l'obbligo di firma o se sarà controllato a distanza con un braccialetto elettronico. Per il calciatore, i guai giudiziari sembrano solo all'inizio. Per tutta la giornata di lunedì i suoi avvocati, Mounir e Omar Souidi, avevano insistito circa la sua estraneità ad ogni reato legato al traffico di droga, l'accusa più pesante.

"È un calciatore, non un criminale", avevano sottolineato i suoi avvocati. E anche oggi hanno battuto su questo punto: ovvero che Nainggolan non sarebbe sospettato di nulla direttamente legato alla droga, ma che avesse solo prestato somme di denaro a conoscenti. "Si tratta di soldi che ha dato a persone che voleva aiutare finanziariamente perché è un uomo gioviale. Dobbiamo ora determinare - ha detto il legale ai media belgi - se queste persone hanno utilizzato questi soldi illegalmente". Secondo i legali non si trattava di cifre ingenti, soprattutto se messe a confronto a quelle che l'ex nazionale belga ha potuto guadagnare nella sua carriera. "Forse è stato ingenuo, ma non ha mai avuto intenzione di aiutare persone provenienti da un certo background".

Insomma, la linea difensiva era che Nainggolan avrebbe potuto rispondere al massimo del reato di riciclaggio di denaro, un'illecito decisamente meno grave di quello di affiliazione a una banda criminale dedita al traffico internazionale di cocaina, esattamente quello che alla fine gli ha contestato il Gip. Nessun prosieguo di indagine, invece, per riciclaggio.

Intanto, la retata di lunedì e le trenta perquisizioni della polizia federale belga hanno cominciato a fare le prime vittime: dei 18 componenti sottoposti a fermo già otto sono finiti direttamente in galera e 10 sono sotto l'esame del Gip.

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