La ripartenza dopo il ripescaggio: dove può arrivare il Brescia di Cellino

"Graziato" dal Consiglio di Stato, il Brescia mira a un campionato di tranquillità: l'obiettivo minimo è una salvezza non turbolenta

La ripartenza dopo il ripescaggio: dove può arrivare il Brescia di Cellino
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Il ripescaggio del Brescia, retrocesso sul campo dalla Serie B 2022-23, a fianco della conferma della promozione del Lecco maturata sul campo ha chiuso nei giorni scorsi l'infinita telenovela a cui il campionato cadetto in entrata, confermatosi il più imprevedibile d'Europa dentro e fuori dal campo, è stato tristemente costretto per l'ennesima volta nelle ultime stagioni. Per le rondinelle di Massimo Cellino arriva quella che la società ha, in un sobrio comunicato, definito una "seconda occasione" dopo che tribunali sportivi e Consiglio di Stato hanno, per il Brescia, ribaltato i verdetti del campo.

"La vita difficilmente offre una seconda possibilità, noi, rappresentanti del Brescia Calcio, dobbiamo cogliere nel miglior modo possibile questa importante opportunità" è l'onesta ammissione del club della Leonessa d'Italia. A essere pignoli bisogna però ricordare che è la seconda volta che in meno di un decennio il club bresciano vede i tribunali graziarlo dal ritorno in Serie C per la prima volta dal 1985. Nel 2014-15 fu il fallimento del Parma retrocesso dalla Serie A a salvare il Brescia, arrivato ventesimo sul campo nella cadetteria di quell'anno. Quest'anno gioca come fattore decisivo l'esclusione della Reggina. Ora per le rondinelle la sfida sarà capire dove puntare alla luce degli sviluppi che hanno evitato al Brescia di diventare, per la prima volta nella sua storia iniziata nel 1911, la seconda squadra della provincia data la promozione della Feralpisalò dalla Serie C 2022-23.

Il Brescia si presenta, non nascondendosi, con la volontà di cancellare gli errori che hanno cagionato il declassamento sul campo lo scorso anno: una squadra incompleta, priva di ricambi e troppo dipendente da poche individualità. Il bomber Florian Aye si è accasato all'Auxerre in Francia, e anche Pablo Rodriguez ha lasciato il Brescia per andare all'Ascoli. Ma la squadra di Cellino intende ristrutturarsi e ha avviato un calciomercato per costruire una rosa che possa, nelle ambizioni, evitare un campionato turbolento come quello passato: il Brescia non si pone obiettivi ma la strategia è quella di costruire una squadra capace di mantenere, senza patemi, la categoria e posizionarsi attorno alla metà della classifica.

A tal proposito, la squadra che l'ex rondinella Daniele Gastaldello dovrà guidare a partire da domenica, quando il Brescia avvierà il suo campionato proprio contro il "fatale" Cosenza, pur essendo ancora un cantiere aperto ha visto alcuni inserimenti mirati. Dalle retrocesse in C, Spal e Benevento, sono stati pescati giocatori che avevano discretamente performato lo scorso anno: dal Benevento è stato acquistato Gabriele Moncini, 9 gol nella stagione passata in prestito proprio alla Spal nella stagione 2022-23, come il sostituto designato di Aye; il centrocampista Lorenzo Dickmann, a sua volta in forza ai ferraresi negli ultimi anni, sarà un innesto per il centrocampo. Nella mediana si segnala il ritorno di Birkir Bjarnason, centrocampista islandese già al Brescia nel 2020-21 e in passato tra A e B con Sampdoria e Pescara. Il "vichingo" 35enne dovrà essere l'uomo carismatico e il leader in campo che l'anno scorso, troppe volte, è mancato al Brescia. Al suo fianco, Vincenzo Garofalo, tornato dal prestito in C al Trento, avrà a 24 anni l'occasione di mettersi in mostra su una categoria superiore. Il Brescia avrà una finestra estesa, fino all'8 settembre, per ulteriori innesti.

In ogni caso la percezione è che la vera differenza la possano fare, per il Brescia, quei giocatori confermati che l'anno scorso hanno performato sotto le aspettative. Dal difensore Andrea Cistana al centrocampista Emanuele Ndoj, passando ovviamente per il capitano Dimitri Bisoli, è attesa una stagione all'altezza della loro prospettiva di rendimento per mettere al sicuro un campionato di tranquillità e centrare l'obiettivo minimo di una salvezza senza patemi. Che per il Brescia sarebbe, alla luce del contesto vissuto, grasso che cola. Non sembra invece realistica, ai nastri di partenza, una corsa del Brescia per obiettivi più alti come i play-off.

Cellino ha un asso da giocarsi, in prospettiva: il tesoretto garantito dal Milan come percentuale per la vendita dell'ex rondinella Sandro Tonali al Newcastle, che ha garantito 7 milioni di euro al club della Leonessa, potenzialmente espandibili a 8 entro fine anno. Contando che nello scorso anno il Brescia ha chiuso con un rosso di 6 milioni di euro il suo esercizio, si può capire quanto queste cifre possano fare la differenza.

A Cellino e alla dirigenza, "graziati" dal Consiglio di Stato, il compito di evitare gli errori del 2022-23, quando tra turbinosi cambi di allenatore e un rapporto difficile con tifoseria e piazza si visse per mesi un clima pesante, culminato nel disastro sportivo della retrocessione. Un anno piatto di calma normalità sarebbe, in quest'ottica, ottimale per tranquillizzare una piazza abituata, in passato, a ben altri obiettivi.

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