Dallo scudetto all'Europeo, le tante vittorie dell’indimenticabile "StradiVialli"

Nel giorno del lutto, la memoria corre ai tanti trionfi di Gianluca Vialli con le maglie di Sampdoria, Juventus e Chelsea. Un cammino segnato da grandi vittorie e delusioni atroci, fino alla chiusura del cerchio con l'Italia sotto l'arco di Wembley

Dallo scudetto all'Europeo, le tante vittorie dell’indimenticabile "StradiVialli"

Ogni volta che se ne va un campione che ci ha fatto sognare da giovani è come se se ne andasse uno di famiglia, un lutto estremamente personale che coinvolge gente estremamente diversa, unita una volta tanto dall’affetto per una figura che, magari, li aveva fatti arrabbiare tante volte in passato. Gianluca Vialli è solo l’ultimo di una serie di campioni che se ne va troppo giovane ma forse è quello che era più vicino al cuore dei tifosi italiani, proprio per il ruolo da protagonista che aveva avuto solo un anno e mezzo fa a fianco del “gemello del gol” Roberto Mancini nel trionfo inaspettato degli Azzurri agli Europei. Inevitabile quindi che la mente corra ai tanti gol che ha segnato in carriera, a quell’abbraccio sentito sotto l’arco di Wembley, ai tanti momenti felici che ha regalato ai tifosi delle sue squadre. Guardandosi indietro ci si rese conto che Luca da Cremona, professione bomber, di trofei ne aveva alzati davvero tanti. Ecco qui una selezione dei momenti più belli della carriera di Gianluca Vialli.

Il primo trofeo importante

La prima volta che il bomber lombardo entrò di prepotenza nella coscienza collettiva dei tifosi italiani è un po’ sbiadita nei nostri ricordi, sommersa dalle tante altre vittorie che si sono succedute negli anni. Bisogna tornare indietro nel tempo fino al 3 luglio 1985, nel “suo” stadio, il Luigi Ferraris, una strana finale estiva di una strana edizione della Coppa Italia. La sua Sampdoria non era ancora quella atomica che avrebbe travolto il calcio italiano di lì a pochi anni ma era arrivata in finale eliminando Pisa, Torino e Fiorentina. A San Siro Graham Souness era riuscito a portare avanti il Milan ma, alla fine, non bastò. Al rigore convertito da Mancini si aggiunse l’ennesimo timbro di Stradivialli. Virdis accorciò pochi minuti dopo per i rossoneri ma non era scritto. La sua Sampdoria di Coppe Italia ne avrebbe vinte altre due consecutive, dal 1987 al 1989, ma la prima rimane nel cuore dei tifosi doriani.

Il primo trionfo europeo

Il rapporto tra Vialli e le competizioni europee non è mai stato dei migliori, specialmente in maglia blucerchiata. Tutti ancora ricordano l’entusiasmo e la delusione atroce di Wembley, quando la sua Doria fu incapace di fermare il Barcellona di Cruyff. Non molti, però, ricordano un’altra serata ben più felice, avvenuta qualche tempo prima in uno stadio altrettanto mitico, l’Ullevi di Goteborg. La sua Sampdoria, grazie ai trionfi in Coppa Italia, si era guadagnata l’accesso alla Coppa delle Coppe per due anni consecutivi. La prima volta, nel piccolo stadio di Berna, era stato ancora il Barcellona a rovinare la festa doriana mentre l’anno dopo toccò ad una squadra sempre ostica provare a fermare la Samp, l’Anderlecht. Partita difficile, che arrivò fino ai supplementari, dove arriva la doppia zampata del campione: Vialli nel giro di due minuti schianta la difesa belga con due reti spettacolari. È il primo trionfo europeo di Lucagol: ne sarebbero arrivati altri, dalla Coppa UEFA con la Juve nel 1993 all’altra Coppa delle Coppe alzata con la maglia del Chelsea cinque anni dopo ma quella doppietta in Svezia rimane sempre nel cuore dei tifosi blucerchiati.

Lo storico scudetto del 1991

La cavalcata trionfale della Doria di Boskov nella stagione successiva alla doccia gelata del mondiale di casa rimarrà impressa a fuoco nella mente dei tifosi di tutta Italia. Proprio perché capita una volta ogni morte di Papa che una squadra al di fuori dell’asse Milano-Torino si aggiudichi lo scudetto, tutti abbiamo ancora negli occhi le prestazioni clamorose di quella squadra indimenticabile. Quella stagione la Doria era stata quasi imbattibile a Marassi, costruendo proprio tra le mura amiche le fondamenta del trionfo più bello. Troppi i momenti unici di quella stagione che vide il centravanti lombardo protagonista con i 19 gol che gli valsero anche il titolo di capocannoniere. Quella era la Serie A stellare, quella dei campionissimi stranieri che facevano il bello e il cattivo tempo. Il fatto che fosse un ragazzo cresciuto al Pizzighettone a fare meglio di Van Basten, Klinsmann e Matthaeus non è un caso. Quell’anno Stradivialli era davvero incontenibile. Ne arrivò anche un altro, quattro anni dopo con la Juventus che riuscì a tenersi dietro un Parma irripetibile ma nel cuore dei tifosi italiani resterà sempre quel primo, irripetibile, trionfo.

La agognata Champions con la Juve

Le vittorie di Vialli si confondono nella memoria collettiva, da quelle più vicine come le Supercoppe con la Doria e la Juve a quelle che abbiamo visto da lontano, come la FA Cup e la Coppa di Lega inglese vinte con la maglia del Chelsea negli ultimi anni oltremanica. Nessuno, però, riuscirà mai a dimenticare quel 22 maggio 1996 nello scenario da favola dell’Olimpico la Vecchia Signora di Marcello Lippi si trovò di fronte l’Ajax di Louis van Gaal. 120 minuti non erano bastati a decidere la finale: al gol di Ravanelli aveva risposto il grande Jari Litmanen. Si era arrivati all’epilogo che nessuno voleva davvero, i calci di rigore. Mentre i 70000 dell’Olimpico temevano il peggio, i bianconeri furono impeccabili, tanto da non rendere necessario nemmeno il tiro del capitano. In quello stadio che avrebbe dovuto ospitare il trionfo dell’Italia, Gianluca Vialli chiuse i conti con la coppa dalle grandi orecchie. La sua gioia mentre l’alzava al cielo rimarrà per sempre negli occhi di chi quella partita ha avuto la fortuna di vederla.

Il cerchio si chiude a Wembley

Il rapporto di Lucagol con la nazionale non era mai stato particolarmente fortunato. Negli Europei del 1986, nonostante i suoi 4 gol ed il titolo di capocannoniere, la sua Under 21 carica di campioni del futuro era stata battuta in finale ai rigori dalla Spagna. Le stelle sembravano allineate quattro anni dopo, nel mondiale di casa, quando l’Italia era la favorita d’obbligo. La serata maledetta del San Paolo aveva rovinato tutto, togliendo alla generazione d’oro del calcio italiano il trionfo più bello. Era rimasta una macchia nella carriera di un campione amatissimo, che non era riuscito a superare fino in fondo. Quando il gemello del gol lo chiamò a far parte del gruppo dell’Italia, Vialli accettò con entusiasmo, nonostante i problemi di salute si fossero già fatti vivi. Forse proprio grazie al suo contributo, alla sua positività contagiosa, alla calma che riusciva ad infondere al gruppo, che l’Italia riuscì ad alzare quel trofeo che nessuno davvero si aspettava. L’abbraccio di Wembley, la coppa alzata con l’entusiasmo di sempre, quel sorriso splendido ha chiuso il cerchio, restituendo a Gianluca Vialli quello che la sfortuna gli aveva tolto.

Oggi è il giorno del cordoglio universale, delle lacrime dei compagni di squadra, dei tanti tifosi e di tutti coloro che sono stati toccati in maniera estremamente personale da quel ragazzo gentile, quasi timido, che in campo si trasformava in

un cannibale del gol. Il vuoto che lascia nei cuori di tutti noi è enorme, ma per fortuna a ricordarcelo ci saranno sempre quelle immagini, quei trionfi che nella memoria degli appassionati di calcio non sbiadiranno mai.

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