Commuove risentire il commento di Bruno Pizzul fatto durante la diretta della finale di Coppa dei Campioni il 29 maggio 1985. È la notte dell'Heysel. Mentre le immagini si soffermano sugli spalti dello stadio belga, il giornalista con parole pacate e mai enfatiche, dando il giusto peso ad ogni sillaba, racconta ciò che gli succede intorno.
"Qui è inquadrato il settore della tribuna stampa, siamo nella tribuna centrale, proprio al di sopra della tribuna d'onore, in questo settore non si sono verificati scontri di alcun tipo. C'è soltanto sgomento, vedo anche della gente piangere. Sono scene che francamente con un evento sportivo non hanno nulla, nulla da spartire. Ho accanto a me il responsabile della Uefa che mi conferma che ci sono 36 morti, mentre un'altra notizia che mi lascia piuttosto sconcertato è che la partita si giocherà... Con quale spirito i giocatori entreranno in campo. È chiaro che il risultato diventa assolutamente irrilevante. Giocare con queste cifre è assolutamente inaccettabile".
Nella pagina più buia del calcio europeo, mentre si è da poco consumata una vera e propria carneficina (alla fine si conteranno 39 morti e oltre seicento feriti),
Pizzul usa il microfono della Rai in modo encomiabile entrando nella storia in punta di piedi, facendo informazione e mettendo in prima fila la dignità umana. Oltre a sottolineare, giustamente, che lo sport è un'altra cosa.
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