Da Caldaro alla conquista del mondo

L a quintessenza dell'Alto Adige si chiama Quintessenz, la nuova linea di vini di eccellenza della Cantina di Caldaro (in tedesco Kellerei Kaltern), una delle più grandi realtà cooperative della regione e l'unica del lago di Caldaro. Cinque etichette a cui sono destinate le uve migliori e che il direttore generale Tobias Zingerle e l'enologo Andrea Moser hanno presentato alla stampa nel corso di due incontri a Roma e a Milano nel quale hanno proposto un gioco ambizioso: una degustazione alla cieca nel corso della quale ogni etichetta è stata affiancata ad altri due grandi vini simili. Non un modo per fare classifiche di merito (anche se il gioco dell'«io preferisco...» era inevitabile) ma per fare capire che le ambizioni sono alte. E alla fin fine giustificatamente.

Così il Pinot Bianco 2016 (vitigno questo oggetto di una grande riscoperta), che matura in legno per dieci mesi sulle fecce, ha con la sua sapidità tenuto botta a uno Chardonnay della Borgogna e a un grande Grechetto umbro. Il Sauvignon 2016, elegante e suadente, se l'è vista con due grandi «fratelli» stranieri (un Sancerre e un Cloudy Bay neozelandese).

Tra i rossi molto immediato il Kaltersee Classico Superiore 2017 (accostato a un Pinot Noir e a un Gamay entrambi francesi) e elegantissimo il Cabernet Sauvignon Riserva 2015 che non ha sfigurato accanto a un Medoc e al Directors Cut di Francis Ford Coppola. Infine il Passito Moscato Giallo 2014.

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