Anche un anno fa, poco prima di Natale, Andrea Bargnani aveva terminato una partita in trasferta segnando 11 punti e contribuendo al successo della sua squadra. Ma allora l'avversario era la Virtus Bologna, il romano di 2 metri e 11 vestiva la canottiera di Treviso, lo scenario era il campionato italiano. Nobile, ma non paragonabile alla Nba, di cui oggi Andrea è una prima scelta assoluta. In un anno gli orizzonti della grande speranza della nostra pallacanestro si sono ribaltati. E gli 11 punti segnati venerdì notte a Portland per i suoi Toronto Raptors fanno certo più notizia.
Non tanto per il dato statistico: Bargnani ha un primato stagionale di 23 punti, realizzato contro Orlando il 13 dicembre - quando ha messo a segno 4 tiri da tre su altrettanti tentativi nell'ultimo quarto - e nei giorni scorsi, nell'arco di 48 ore, ha autografato 18 punti anche contro Golden State e Phoenix. Ma nella trasferta di Portland è stato l'uomo del canestro decisivo: assistito in angolo da T.J. Ford - miglior marcatore della serata - ha siglato il 101-100 finale all'overtime. E ora è pronto per diventare l'idolo di Toronto, città che ha già applaudito un cestista italiano, Vincenzo Esposito: ma la parabola del casertano è stata effimera e nella metropoli canadese gli «italiani» più amati sono ancora i figli di nostri emigrati affermatisi nell'hockey ghiaccio, vera religione locale.
Primo giocatore europeo ad essere scelto come numero uno assoluto, Bargnani è ufficialmente sbarcato sul pianeta Nba il 1º novembre scorso, segnando 9 punti in una sconfitta contro New Jersey e i suoi primi passi nel campionato professionistico nordamericano non sono stati facili. Dopo un'estate divisa tra prove promettenti nei tornei estivi e critiche (dall'Italia) per aver rinunciato ai Mondiali, Bargnani ha dovuto affrontare il complesso ambientamento in un campionato in cui le partite negative - ma pure quelle risolte con un canestro all'ultimo secondo - vengono subito dimenticate perché si viaggia e si gioca di continuo. E dove la pressione dei media è tale da far dire a Maurizio Gherardini, il dirigente italiano sbarcato quest'anno proprio a Toronto, «l'Nba è un posto dove accade di tutto e poi, all'improvviso, si gioca una partita». Entrare in sintonia con questo mondo, per Andrea, non è stato facile, né in campo né fuori.
Ora, però, il rodaggio sembra avviarsi a conclusione: Bargnani viaggia a quasi 10 punti a partita ma è salito a una media di 15 nelle ultime quattro, approfittando anche dell'assenza di Chris Bosh, infortunato. Toronto, intanto, ha vinto cinque delle ultime sei partite.
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