Caos traghetti L’anno delle vacanze maledette

Pare un bollettino di guerra: motori che non partono o si bloccano improvvisamente in mezzo al mare, «sciopero» dei passeggeri imbufaliti perché costretti ad attese estenuanti sui moli, sotto il sole cocente, in attesa dell’imbarco, o relegati (ermeticamente chiusi in cabine formato-loculi) senza acqua e aria condizionata. Per non dire dei disservizi vari ed eventuali, della serie: si viaggia stipati come in carri bestiame, i pasti a bordo fanno rimpiangere le mense aziendali - primo stracotto e ricotto, secondo con contorno di plastica, dolce del caso e caffè all’aroma di arachide irrancidita -, e il servizio e l’assistenza sono optional che non si ottengono nemmeno a suon di mance generose. Infine, c’è pure l’annuncio dello sciopero dei lavoratori Tirrenia per i giorni 30 e 31, quelli del «grande rientro»... «È il traghetto, bellezza».
Sarà.

Magari lo stato dell’arte (si fa per dire), la situazione descritta a tinte così fosche non è da generalizzare. Sono molti, in queste settimane di vacanza, a usufruire di passaggi in nave fra il continente e le isole che non hanno nessuna affinità con l’odissea di altri viaggiatori. (...)

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