La Capitale con l’acqua alla gola: un morto, città chiusa per nubifragio

RomaUna città in ginocchio per tre ore di pioggia. Roma ha vissuto ieri il suo «terremoto», come lo ha definito il sindaco Gianni Alemanno, che ha chiesto alla Regione Lazio il riconoscimento dello stato di emergenza, richiesta che il presidente Renata Polverini si è riservata di valutare.
Quello che ha colpito ieri una Roma ancora scossa dalla follia omicida dei black bloc è un vero disastro - annunciato o meno - frutto di precipitazioni straordinarie, come da cinquant’anni non si vedevano: in un’ora e mezza, tra le 6,30 e le 8, sono caduti 74,4 millimetri di pioggia, quando mediamente nell’intero mese di ottobre ne cadono 87,3. Il nubifragio è avvenuto nell’ora in cui a Roma quasi un milione di persone si spostano per raggiungere le scuole e il lavoro, e ciò ha peggiorato le cose.
E poi ci è scappato il morto: un cittadino dello Sri Lanka di 32 travolto nel crollo di un muro del seminterrato in cui viveva all’Infernetto, periferia Sud della città. L’uomo è stato travolto ed è stato bloccato da una grata. Inutili i tentativi di salvarlo. Il corpo è stato recuperato solo in serata. Illese invece la moglie e la figlioletta. All’Infernetto se la sono vista brutta anche una madre con un bambino bloccati nell’abitazione quasi completamente invasa dall’acqua e salvati dai vigili del fuoco. Momenti di paura per altre due famiglie, una intrappolata in un appartamento al seminterrato a San Lorenzo, e un’altra bloccata in auto a largo Preneste.
Disastro su tutta la linea nei trasporti, bloccati per parecchie ore dopo la fine del nubrifragio. Ne ha fatto le spese anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, arrivato a Pisa per una visita istituzionale con un paio d’ore di ritardo. Dimezzata per tutto il giorno la metropolitana, con la linea A chiusa da Anagnina ad Arco di Travertino e varie stazioni inagibili e la linea B ferma nella tratta Policlinico-Garbatella. A singhiozzo anche la Roma-Lido, mentre decine linee di autobus sono state deviate o limitate. Gravi ritardi per i treni locali, soprattutto sulla linea Roma-Viterbo. Uno degli oltre 7mila fulmini abbattutisi ieri su Roma ha colpito un treno regionale che si è fermato all’altezza di Ponte Galeria, bloccando il traffico sulla linea per l’aeroporto di Fiumicino. Alla stazione Tiburtina solo una passarella ha consentito il transito dei passeggeri nei sottopassi per la metro B. All’aeroporto Leonardo da Vinci alcuni voli hanno subito ritardi comunque non superiori a 30 minuti. Chi ha optato per il trasporto privato ha dovuto pentirsene a causa dell’allagamento di molte strade. Ieri sul web impazzavano le clip messe in rete dai cittadini: strade trasformate in piscine, automobili in panne, tombini impazziti, perfino una canoa nella conca del Circo Massimo. Ognuno, ieri sera, poteva raccontare la sua personale odissea. Il Tevere si è alzato in poche ore ben oltre il livello delle banchine, ma la situazione non desta preoccupazioni.
Molti problemi nelle scuole, ospitate sovente da edifici vetusti. Decine gli istituti chiusi. Trecento alunni di un istituto al Quadraro sono stati soccorsi dai carabinieri mentre al liceo Socrate un pezzo di intonaco ha colpito uno studente. Invasa dall’acqua un’ala dell’assessorato alla Mobilità mentre al Policlinico Umberto I è venuto giù il tetto degli ambulatori di ematologia. Crollata parte del muro di recinzione di Villa Torlonia.

Chiuso il Colosseo con gli ipogei completamente allagati, e Foro Romano, Palatino, Terme di Caracalla e scavi di Ostia antica. Decine gli alberi caduti in tutta la città. Calcolati dalla Cna in diversi milioni di euro i danni alle aziende.

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