Capolavori falsi ma affari veri Maxi sequestro di opere d’arte

I carabinieri del Nucleo patrimonio culturale scoprono 62 contraffazioni di Arnaldo Pomodoro e Mimmo Rotella

È un mercato vero e proprio quello delle opere d’arte contraffatte, parallelo in tutto e per tutto a quello dei pezzi autentici e con un successo incredibile. I capolavori del falso vengono acquistati a prezzi altissimi, che vanno dai 15mila ai 50mila euro, da persone che, comprando sculture e quadri come investimento senza essere minimamente interessati all’arte, sono convinti al cento per cento di aver sborsato tanto denaro per possedere pezzi unici e soprattutto originali. Il «settore», del resto, è ben organizzato, con propri cataloghi fotografici spacciati per veri, inviti a mostre tenutesi in luoghi lontanissimi e in realtà mai realizzate e si dota persino di finti ma elaborati e convincenti expertise (i certificati di un conoscitore in merito all'autenticità e al valore di un oggetto d'arte e alla verifica di eventuali restauri incongrui, ndr). Per questo i carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale di Monza, comandati dal capitano Andrea Ilari, hanno faticato non poco a verificare la contraffazione di 20 sculture in bronzo falsamente attribuite ad Arnaldo Pomodoro e di 42 decollage firmate Mimmo Rotella, l’artista calabrese, morto due anni fa e divenuto celebre proprio per le sue pitture su tela ottenute con sovrapposizioni di manifesti, soprattutto pubblicità di film o spettacoli di circo, strappati dai muri. I militari, infatti, hanno avuto bisogno degli esperti della fondazione Rotella e del maestro Pomodoro in persona per certificare la non originalità di questi pezzi (che hanno un potenziale ritorno economico, sul mercato illegale, pari a un milione e mezzo di euro) trovati esposti in alcune gallerie d’arte e nelle abitazioni degli inconsapevoli acquirenti. Alla fine, l’inchiesta chiamata dai carabinieri «Fiction» per il recupero di parecchie copie di decollage di Rotella che riproducono cartelloni di film, ha portato solo alla denuncia per contraffazione di opere d’arte di 12 persone, tra galleristi e titolari di fonderie artistiche, che risiedono tra Milano e la provincia. La contraffazione, del resto, è un reato penale che non prevede pene importanti e falsari e venditori di questo tipo di opere, di fronte a possibilità di ingenti guadagni, sono consapevoli di correre rischi modesti.
«Il vero rischio per questi malviventi - aggiunge Ilari - è solo il risarcimento delle vittime in sede civile. Anche il ministro per i Beni culturali Francesco Rutelli si è espresso più volte in favore di un inasprimento delle sanzioni. Solo in un caso, in Puglia, siamo anche riusciti a far chiudere una galleria, sempre di proprietà di un milanese. Il mercato lombardo d’arte contemporanea, del resto, è ora, insieme a quello veneto, uno dei principali a livello internazionale e la domanda di opere contemporanee è ormai altissima e di molto superiore all’offerta».
Probabilmente chi non è un gallerista o un esperto del settore non riesce a rendersi conto della gravità del problema e delle dimensioni che il fenomeno della contraffazione delle opere di grandi artisti contemporanei sta assumendo in Italia dove chi realizza questi falsi è, a suo modo, un artista, per la precisione e la pignoleria con cui esegue sculture e quadri.


«Pomodoro è rimasto così toccato dalla scoperta di così tanti falsi delle sue opere che ci ha promesso di utilizzare, in futuro, particolari accortezze per rendere più difficile la copia dei propri lavori» conclude Ilari.

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