Caprotti: "Ho dovuto aspettare 43 anni per aprire un'Esselunga"

Cinque giorni per aprire un'attività e 233 per una licenza edilizia, come calcolano le statistiche di Doing Business? Non ditelo a Bernardo Caprotti

Caprotti: "Ho dovuto aspettare 43 anni per aprire un'Esselunga"

Cinque giorni per aprire un'attività e 233 per una licenza edilizia, come calcolano le statistiche di Doing Business? Non ditelo a Bernardo Caprotti, il patron di Esselunga che a ottobre compirà - in gran forma - i 90 anni. Per inaugurare il punto vendita di Novara ha dovuto attendere 20 anni. Per quello di Prato ce ne sono voluti 12. Sempre alle porte della renziana Firenze, nella frazione di Galluzzo, un altro super-store ha arrancato per 43 anni fino all'apertura avvenuta lo scorso novembre. «E ognuna di queste strutture dà lavoro a un sacco di gente», ha commentato al taglio del nastro di Prato, dove si era confuso tra i clienti per fiutare l'aria che tira.

A Prato lavorano 150 persone di cui 100 nuovi assunti su una superficie di 4.400 metri quadrati e con un investimento di 70 milioni; al Galluzzo sono impiegati 130 dipendenti in una struttura di 2.500 metri quadrati. Questo supermercato si trova a poca distanza dall'uscita Firenze Impruneta dell'Autosole. «Acquistai l'area nel 1971 - ha raccontato Caprotti -. Quindici anni per ottenere il cambio di destinazione d'uso del terreno, tre anni per l'approvazione del piano guida, quattro per il piano urbanistico esecutivo e altri tre per il permesso di costruire». L'ultimo intoppo è stato un raccordo di tre chilometri e mezzo che dovevano realizzare Anas e Autostrade per l'Italia, una bretella per liberare dal traffico la vecchia viabilità tra Firenze e la superstrada per Siena. Il comune di Firenze aveva subordinato l'apertura del punto vendita all'entrata in funzione della nuova tangenziale. Doveva essere pronta nel 2008 mentre è stato realizzato soltanto il lotto di competenza Anas.

La storia del «bypass del Galluzzo» è la storia d'Italia: ritardi, indecisioni, aziende fallite, sprechi, costi moltiplicati. Ma Caprotti non ne fa una questione politica: all'inaugurazione era presente il sottosegretario Luca Lotti, braccio destro del premier ex sindaco. Proprio l'amministrazione Renzi aveva sbloccato la pratica impantanata.

Pochi mesi prima di queste tre aperture (Novara, Prato e Firenze) Caprotti aveva scritto una lettera al Corriere della Sera raccontando quant'è difficile fare l'imprenditore in Italia: Esselunga «deve difendersi dalla pubblica amministrazione in tutte le sue forme e a tutti i suoi fantasiosi livelli ogni giorno che Dio comanda. Tassata al 60 per cento, non più minimamente libera di scegliersi i collaboratori (la signora Fornero ha “garantito” anche i soggetti assunti in prova), Esselunga si trascina. Porta ancora avanti vecchi progetti, cose nelle quali, incredibile dictu , si era impegnata ancora al tempo delle lire».

Caprotti ricordava di non riuscire a insediarsi a Genova o Modena, «per non dire di Roma ove io poco, ma i nostri urbanisti si sono recati forse 2.000 volte in dodici anni nel tentativo di superare ostacoli di ogni genere, per incontrare adesso il niet del nuovo sindaco del quale si può dire soltanto che è un po' opinionated ». E aggiungeva: «Per realizzare un punto vendita occorrono mediamente da otto a quattordici anni.

L'azienda si avventura ogni giorno in una giungla di norme, regole, controlli, ingiunzioni, termini, divieti che cambiano continuamente col cambiare delle leggi, dei funzionari, dei potenti. Uno slalom gigante con le porte che vengono spostate mentre scendi. E con un carico fiscale esiziale».

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