Cavi, connettori, caricabatterie: di solito si accumulano nei cassetti mano a mano che computer, telefonini o tablet vengono sostituiti. Si trasformano alla svelta in oggetti inutili, spesso pagati cari e per di più difficili da riciclare.
È un'esperienza comune, ma quello che è successo fino ad ora potrebbe non succedere più in futuro. Almeno se la Commissione Europea guidata da Ursula Von der Leyen avrà la forza di portare avanti il programma annunciato qualche settimana fa: entro la fine dell'estate dovrebbe presentare un progetto di legge per adottare uno standard unico per cavi, connettori e caricabatterie, alcuni tra gli snodi all'apparenza trascurabili, ma in realtà fondamentali, del mondo digitale.
La proposta si basa su alcuni studi presentati agli uffici di Bruxelles da società di ricerca specializzate in campo tecnologico. Secondo le indiscrezioni le analisi non avrebbero individuato soluzioni tecniche considerate «indiscutibilmente migliori». Ma la Commissione sembrerebbe orientata (soprattutto per i telefonini) verso un connettore standard che i tecnici individuano con la sigla USB-C. Tra i suoi pregi: le dimensioni ridotte, la maneggevolezza e la robustezza.
La scelta non viene considerata particolarmente amichevole verso la Apple, visto che l'azienda californiana usa solo su alcuni prodotti i connettori Usb-C, mentre di solito utilizza un suo standard proprietario, il Lightning, che secondo gli analisti ha in programma di usare ancora per anni. Anche in base alla futura legge ogni azienda potrebbe usare il proprio connettore, mettendo però a disposizione dei convertitori (la qual cosa però farebbe salire i costi). L'introduzione di uno standard unico consentirebbe di non vendere più cavi e carica batterie insieme al telefonino, il che, secondo i fautori della nuova regolamentazione, avrebbe conseguenze importanti sul piano ambientale, riducendo la quantità di materiale da riciclare.
Non mancano però i critici secondo cui l'adozione di uno standard unico potrebbe tradursi in un freno all'innovazione: le aziende avrebbero poco interesse a studiare alternative potenzialmente migliori dal punto di vista tecnologico.
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