Caro-mutui, salasso per i lombardi: la casa costa 900 euro in più all’anno

La Uil lancia l’allarme-rate: su un prestito di 87mila euro aumenti fino al 16 per cento

Tempi incerti per i lombardi che hanno acceso un mutuo sulla casa. Che potrebbero diventare molto duri nel futuro prossimo, se già oggi l’incidenza percentuale della rata di mutuo sul reddito familiare ha raggiunto il 24 per cento.
L’allarme arriva dalla Uil, che ha svolto una rilevazione empirica su due differenti livelli di mutui quindicennali a tasso variabile (87mila e 95mila euro) stipulati cinque anni fa. L’indagine ha permesso di confrontare l’andamento della rata mensile del mutuo con la crescita dei tassi stabilita dalla Banca centrale europea. Il risultato è che, a fronte di un incremento dei tassi comunitari in 12 e 24 mesi di mutuo, rispettivamente, dell’1 e del 2%, su un mutuo iniziale di 87mila euro la rata per le famiglie lombarde è aumentata, nel primo caso del 10,19% e nel secondo del 16,06 per cento.
Questo il primo dato, allarmante perché indica uno scollamento drastico fra la «teoria» delle direttive europee e la pratica della politica degli istituti di credito e del vissuto quotidiano dei cittadini. Ma ce n’è un altro, ancora più preoccupante, che deriva dal confronto tra l’incremento della rata reale di mutuo sui due anni e quello del reddito delle famiglie lombarde che vivono di lavoro dipendente: se la prima, come abbiamo detto, è aumentata di oltre il 16%, il secondo segna un ben più modesto +7,45 per cento. Vuol dire che una famiglia di medio reddito in Lombardia ogni mese vede andarsene un quarto delle proprie entrate per il mutuo della casa.
«Negli ultimi anni si è sviluppato un meccanismo per cui le banche sempre più spesso offrono mutui che coprono l’intero valore dell’immobile - spiega Giuseppe Doria, segretario responsabile delle politiche abitative della Uil - favorendo in questo modo il ricorso ai mutui da parte delle famiglie. Se a questo si aggiunge la crisi degli affitti, che ha incentivato gli acquisti, ecco che ci troviamo davanti a un sistema che è cresciuto su se stesso e, se non controllato, rischia di strozzare le famiglie lombarde».
Ma come spiegare questa crescita abnorme delle rate? Il colpevole si chiamerebbe, secondo la Uil, «sistema di ammortamento alla francese». Applicato dalle banche italiane, si tratta di un meccanismo in base al quale, con il passare del tempo, decresce progressivamente la quota di interessi da rendere agli istituti di credito, mentre cresce parallelamente quella destinata all’abbattimento del capitale. Ciò significa che la restituzione del debito con la banca viene posticipato. «Un sistema - spiega Doria - che non crea problemi se il tasso resta invariato, ma che diventa una tagliola se il tasso aumenta, perché cresce anche il debito cumulato».
Insomma, un sistema che sta già dando segni di cedimento ma che ancora regge perché il valore degli immobili si mantiene elevato.

Ma se dovesse calare? «Non vogliamo finire come Stati Uniti o Gran Bretagna - dice Doria - ma siamo già in una situazione di preallarme. Bisogna studiare insieme alla Regione soluzioni per l’emergenza abitativa e attivare aiuti strutturali per il sistema Lombardia».

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