La «carriera» artistica della litografia

Valeria Arnaldi

Un viaggio nella storia della litografia, dalla sua invenzione nel 1798 a oggi, seguendo l’evoluzione della tecnica e dei suoi usi, da quelli commerciali agli artistici, con una digressione nella più antica arte della serigrafia. Fino al 30 novembre, l’Istituto nazionale per la grafica a palazzo Fontana di Trevi, in via Poli, ospita la mostra «La litografia e la serigrafia, da Toulouse-Lautrec alla Pop Art» che, riunendo strumenti, matrici e opere di maestri dell’Otto-Novecento, guida il pubblico alla scoperta delle tecniche grafiche e delle loro «eccellenze». «Il percorso è circolare - dice Ginevra Mariani, curatrice -. Ad aprirlo è la partitura in due atti del 1828 de Il barbiere di Siviglia di Gioacchino Rossini. Una testimonianza eccezionale perché contiene un’aria che non fu mai più eseguita nell’opera e che poi l’autore inserì in Cenerentola. A fare da ideale pendant, in chiusura, una partitura litografata da Jannis Kounellis nel 1972».
Tra i due estremi, un’ampia raccolta di opere provenienti dall’istituto stesso, dalla Pinacoteca di Bologna e da collezioni private. Il ruolo centrale è affidato a Toulouse-Lautrec. Fino alla fine dell’Ottocento, la litografia aveva goduto di alterna fortuna tra gli artisti, che, salvo alcune eccezioni, tra le quali Goya e Hayez, sembravano poco interessati a un mezzo usato per pubblicità, manifesti e riviste. In mostra si trovano pubblicazioni illustrate, etichette, cartoline e figurine Liebig. Dal 1891 al 1901 Toulouse-Lautrec realizzò circa 360 litografie. Furono le innovazioni da lui introdotte nella stampa a colori a svelare agli artisti i pregi della tecnica.
Accanto a opere di Bonnard, Cézanne si trovano quelle di Matisse, Schiele, Severini, De Chirico, Savinio, Carrà, Morandi, Afro, Burri, fino alla consacrazione del genere nella raccolta «La litografia» che nel 1963 riunisce Accardi, Dorazio, Festa, Fontana, Rotella, Sanfilippo, Schifano, Scialoja. Non mancano lavori di Ernst, Picasso, Chagall, Mirò e dei principali esponenti della Pop Art, a partire da Warhol e Lichtenstein.

I volumi, che presentano strumenti, modalità e storia delle tecniche, sono stati riuniti in cofanetto per il decimo anniversario del corso sulle tecniche di incisione, che l’Istituto, dal ’96, riserva a studenti d’Accademia e universitari.

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