Cartoline d’autore dal nuovo Vietnam

Quando si dice che un nome è evocativo di una carriera artistica, «sa» di importante. Mitch Epstein: ecco un nome che suona bene. Il grande fotografo è ospite (fino al 22 giugno) della galleria Brancolini Grimaldi. La mostra ritaglia nella sua sterminata produzione (35 anni di scatti, film e libri fotografici) l’esperienza relativa al Vietnam degli anni Novanta, descritto come in una «poetica odissea». Le immagini, piene di colore e forza, costituiscono il racconto di un Paese che, dopo due decadi di isolamento, apre le sue frontiere allo straniero ma è ancora alla ricerca di un equilibrio. Epstein, classe 1952, dal nativo Massachusetts e dalla New York in cui lavora visita il Vietnam per sei volte tra il ’92 e il '95. Collabora con uno scrittore dissidente vietnamita e raggiunge un grado di «confidenza» con il Paese che pochi stranieri possono permettersi. Il governo locale gli impone la censura e così, in maniera coerente con la sua visione del mondo, il fotoreporter interrompe la collaborazione e nonostante i divieti riesce a pubblicare il volume Vietnam: a book of changes, tuttora off limits in quei territori. Le opere in mostra mettono in evidenza la sua padronanza della natura morta e, in particolare i progetti intitolati «Vietnam, the city, family business» e «American power», rivelano il senso di un marchio a fuoco che i poteri imprimono sulle vite private e i paesaggi pubblici di qualsiasi luogo. Colpisce soprattutto ciò che il critico Joanna Lehan ha definito «sbalorditivo uso del colore». Le opere di Epstein sono presenti tra l’altro nelle collezioni del Metropolitan museum, Whitney museum of american arts e Moma di New York e del J.

Paul Getty museum di Los Angeles. Nel 2007 gli è stato conferito il prestigioso Berlin Prize in Arts and Letters dalla American Academy di Berlino.
Galleria Brancolini Grimaldi Arte contemporanea, via dei Tre Orologi 6. Info: 06.80693100.

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