Casini tiene sulla corda il Polo e strizza l’occhio alla Margherita

Il capo dello Scudocrociato: «Senza di noi Berlusconi non va da nessuna parte»

Marianna Bartoccelli

da Roma

«Non parlo, non dico nulla nemmeno sotto tortura». Silvio Berlusconi risponde così a chi gli chiede un parere sulla lunga intervista di Pier Ferdinando Casini che ieri dalle pagine del Corriere della Sera ha rimarcato la sua posizione e sostenuto che «Berlusconi senza l’Udc non va da nessuna parte». E per rimarcare l’importanza delle posizioni da lui assunte negli ultimi mesi, che lo hanno portato a decidere la manifestazione alternativa a quella del 2 dicembre della Cdl, cita proprio il Giornale. «Se fossimo irrilevanti il giornale di suo fratello (di Berlusconi, ndr) non sprecherebbe le prime pagine per attaccarci», ribadisce Casini nella sua intervista al quotidiano di via Solferino. Risponde al sondaggio pubblicato da il Giornale rilanciando la strategia dei centristi e mettendo dei paletti precisi: «Non staremo mai con Prodi, non faremo nessun patto con Bertinotti, sono pronto a creare un asse con Rutelli contro le coppie di fatto». E sottolinea come in realtà poteva consentirsi anche di vivere di rendita senza creare questi problemi. «Ma per me è stato giusto cambiare strada. Un politico che si rispetti sa fare investimenti per il futuro». E mentre spiega che alle Amministrative non ci saranno novità «a meno che non ci siano novità nella Margherita», aggiunge un elemento che non mancherà di creare nuove polemiche: «Massima apertura verso l’ipotesi di una grande coalizione e nessuna preclusioni neanche per la candidatura di Massimo D’Alema alla guida di un eventuale nuovo governo. Del resto gran parte del centrodestra lo voleva al Colle». Ribadisce alcuni punti saldi della sua strategia: «Non staremo mai con Prodi, anzi prima se ne va e meglio è, non faremo nessun patto con Bertinotti, ma sono pronto a creare un asse con i centristi di sinistra sui pacs». Concetto, quest’ultimo, ribadito anche ieri in un’intervista al Tg1. All’opposizione rimprovera di voler fare solo «il cartello del no», ma garantisce che alle amministrative ci saranno certamente gli accordi con la Cdl. «Questo Casini ha le sembianze di Biancaneve o di un marziano che viene da un altro pianeta. Come se non fosse sopravvissuto politicamente grazie a Berlusconi, da lui ricambiato con dodici anni di totale, acritica subalternità», è la reazione di Franco Monaco della Margherita. Mentre Gianfranco Rotondi, segretario della nuova Democrazia Cristiana polemizza: «Per dodici anni Casini ha sostenuto che non si poteva rifare la Dc, salvo dire, proprio oggi, che ne è lui l’erede». E aggiunge: «Casini minaccia, Follini teorizza, ma siamo stati noi gli unici a tenere sempre la barra ferma al centro. La Casa delle libertà ha perso le Regionali perché ci ha tenuto fuori dalla porta, come dimostrano gli esiti di Puglia, Lazio e Piemonte. Al contrario, alle Politiche abbiamo portato ben 300mila voti». Dalle fila dell’Udc il senatore Amedeo Ciccanti spiega invece perché Berlusconi deve sostenere il nuovo corso di Casini che vuole un’aggregazione politica più ampia della Cd: «Bisogna che Berlusconi faccia atti di generosità verso quel popolo moderato di Roma e di Palermo che ha dimostrato di volersi liberare di Prodi», spiega il senatore. Ma gli atteggiamenti diversi rispetto a Prodi risultano evidenti nelle reazioni ai fischi subiti dal capo di governo: «Prodi imploderà prima della fine della legislatura sotto il peso delle sue contraddizioni», scrive il leader di Fi Silvio Berlusconi in una sua lettera di ringraziamento ai romani per il 2 dicembre. Mentre di fronte ai fischi di Bologna, Maurizio Ronconi senatore dell’Udc, replica: «I fischi a Prodi oltre ad essere una manifestazione, seppure rozza e primitiva di contestazione, rientra più nelle liturgie delle estreme, destra o sinistra che sia, che non di uno schieramento di moderati che si propone d’essere alternativo nelle idee a Prodi».

E di fronte ai commenti di esponenti della Cdl, il senatore dell’Udc replica: «È bene ricordare al centro destra che non è mai consigliabile giustificare le contestazioni agli altri perché poi viene sempre il momento di subirle».

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