La sua verità sul video che ritrarrebbe Roberto Fiore e Alessandra Mussolini in intimità nella sede romana di Forza Nuova lha ribadita ieri al pm Giuseppe Corasaniti e al procuratore aggiunto Pietro Saviotti. Un interrogatorio durato due ore quello di Andrea Cacciotti, il sedicente produttore cinematografico con qualche precedente per truffa, indagato dalla Procura di Roma per tentata estorsione. Il verbale è stato subito secretato dai magistrati. La questione è delicata, tocca dinamiche politiche ma soprattutto personali, e gli inquirenti ci vanno con i piedi di piombo, vogliono verificare ogni dettaglio.
Cacciotti è lautore della e-mail inviata a settembre alla presidenza del Consiglio in cui segnalava lesistenza di un «filmato hard che ritrae un europarlamentare e una deputata». Chiedeva un milione di euro per toglierlo dalla circolazione. La storia non avrebbe avuto seguito se venerdì scorso Il Giornale non avesse pubblicato la notizia che da tempo circolava nei corridoi di Montecitorio. A quel punto gli investigatori hanno rintracciato Cacciotti, che a giugno voleva fondare il Partito degli artisti e candidare Fabrizio Corona alle elezioni europee, e gli hanno perquisito lappartamento di Colleferro. Ma nel suo computer e nel suo telefonino, sequestrati e sottoposti ad accurati accertamenti tecnici, non è stata trovata traccia delle immagini di cui parlava. I magistrati dubitano addirittura che il filmato esista. «Presunto fino a prova contraria», sottolineano a piazzale Clodio. Anche se la ricerca continua.
Durante linterrogatorio, però, Cacciotti ha ribadito quello che aveva avuto modo di raccontare nei giorni scorsi ai giornali: e cioè che lui quel video lo ha visto, risalirebbe alle regionali del 2005, epoca del cosiddetto Laziogate, quando la Mussolini rischiò di essere esclusa dalle regionali dopo unintrusione nel database dellanagrafe comunale. A girarlo, però, non sarebbe stato lui e non ne sarebbe mai entrato in possesso. A farglielo vedere su un telefonino, lo scorso agosto, sarebbe stato un uomo che girava con unauto di servizio e mostrava tesserini istituzionali. Si sarebbe rivolto proprio a lui perché voleva essere messo in contatto con Corona, credendo che fosse lunico in grado di piazzare un filmato del genere (anche se il fotografo dei vip ha preso le distanze dallimprenditore indagato smentendo anche di conoscerlo, ndr). Cacciotti avrebbe rifiutato lofferta di fare da intermediario, ma avrebbe comunque cercato di sfruttare la situazione per guadagnare qualcosa in un momento in cui aveva un disperato bisogno di denaro. Una versione che non convince affatto i magistrati.
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