Il caso Nel palazzo dei furti «Ma non vogliamo le ronde»

Sembra una maledizione, un beffardo scherzo del destino. Non ce la fanno davvero più i residenti di un condominio in via Gaetano Ricci Curbastro, al Portuense, costretti a fare i conti con una vera e proprio raffica di furti. Lo scorso week-end se ne sono verificati la bellezza di dieci negli appartamenti al quarto piano. E non è si trattato di un fatto isolato, visto che lo stabile era già stato “visitato” nel corso del ponte del 29 giugno, stando almeno a quanto riferiscono alcuni condomini e lo stesso amministratore. In quell’occasione furono colpite cinque o sei case di una scala diversa da quella dell’ultima ondata: totale sedici appartamenti svaligiati in nemmeno due mesi. Roba da guinness dei primati.
«È evidente - spiega una signora di mezza età - che ci sono delle vedette che controllano quando la palazzina si svuota». Ma c’è chi attribuisce i furti a raffica alla struttura dell’edificio, «con molti ingressi, le scale dei garage e i passaggi in ombra sotto il portico», nonché «i balconi, divisi tra loro da schermi sottili: scavalcare dall’uno all’altro è uno scherzo». Intanto, mentre i carabinieri stanno svolgendo dei rilievi, c’è chi ha saputo degli ultimi furti e si è precipitato a Roma dai luoghi di vacanza. È il caso di uno studente fuori sede che, dalla Basilicata, è ritornato nella capitale e ha trovato il vetro rotto: «Per fortuna - racconta - non mi hanno portato via il computer, ma a un altro ragazzo del mio pianerottolo è sparito il portatile. Ho informato il padrone di casa - conclude - ora ci penserà lui».
E l’ipotesi ronde? La maggioranza dei residenti sembra non gradirle e chiede pattugliamenti più frequenti da parte delle forze dell’ordine. «Questa via è abbandonata, non si vede mai una volante - spiega una condomina - basterebbe che le auto della polizia, tornando al commissariato vicino, passassero di qui».
«Qui i furti sono all’ordine del giorno - si scalda Claudio, che vive al civico 56 da quarant’anni - credo che lo Stato dovrebbe fare la sua parte per difenderci». È l’opinione anche dell’amministratore del condominio, Massimo Martini: «Potremmo mettere delle telecamere, o pagare dei vigilantes - afferma - ma in questo momento pochi sarebbero disposti a spendere: in fondo la polizia già la paghiamo». Pure lei contraria alle ronde, ma almeno favorevole a un servizio di Metronotte, è un’anziana del sesto piano, che ha cercato di limitare i danni piazzando delle grate alle finestre.
La paura dei furti, intanto, si è estesa a macchia d’olio fino a toccare anche agli edifici vicini: «Io vivo al 34 - spiega una donna - sono anziana e abito da sola.

Ora ho paura, anche se a casa mia c’è poco da rubare». Per quanto riguarda quelli che potrebbero essere i presunti colpevoli, quasi tutti puntano il dito contro «i nomadi che vengono a lavare le loro cose alla fontanella qui vicino».

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