Il caso Policlinico Umberto I diventa politico

Soliti mali e identiche polemiche. Il Policlinico è un paziente grave, per il quale non si riesce a trovare una cura. Due giorni fa il manager, Ubaldo Montaguti, in un impulso estremo di sincerità ha sottolineato che la struttura sanitaria andava chiusa 30 anni fa e che non esiste un’area sicura. L’elenco degli interventi da fare è lungo e va dalla sostituzione delle finestre, al rifacimento dell’impianto antincendio ed elettrico, fino alla totale ricostruzione dell’ospedale, per la quale esiste già un masterplan.
Nei prossimi giorni intanto Montaguti sarà convocato dal pm Maria Cordova, che sta aspettando la relazione della guardia di finanza sullo stato dei lavori delle gallerie ipogee, oggetto di un’inchiesta giudiziaria. Ma l’eterno problema della struttura sanitaria è legato all’impossibilità di individuare una responsabilità seria, vista la triplice gestione Università, Regione e Ministero. Un nodo che, secondo Gianni Alemanno, potrebbe essere sciolto solo con la nomina di un commissario straordinario. «Si, ma dovrebbe essere ad acta - precisa Montaguti - altrimenti i politici vorrebbero sempre lo “ius primae noctis” rispetto alla Sanità». «Per fare una cosa del genere ci vuole un’intesa tra Regione, Governo e Università - interviene il governatore Piero Marrazzo -. Se mi scriveranno nero su bianco che questa struttura è insicura non si potranno che prendere i provvedimenti necessari. Abbiamo già analizzato la possibilità di dare il via al progetto Policlinico, ci sono però alcune condizioni necessarie. La prima è che il governo indichi le risorse da collegare a un project-financing di qualsiasi tipo».
In molti in queste ore spingono affinché la responsabilità passi in esclusiva alla Regione. «Soltanto così si eviterà l’accumularsi di mille competenze che rende impossibile spendere i soldi in modo opportuno», dichiara il segretario regionale Udc Luciano Ciocchetti, possibilista anche sulla scelta di un commissario, a patto che non sia Montaguti. Piena titolarità della Regione viene chiesta anche dal vicepresidente del Consiglio regionale Carlo Lucherini e dal capogruppo Pd Giuseppe Parroncini. A tirare le orecchie al manager c’è anche Luigi Celori. «Se Montaguti si sente bersaglio di un complotto, ha ragione la Fials a chiedergli un ulteriore passo: i nomi o le sue dimissioni - tuona il consigliere regionale del Pdl -. Sull’Umberto I occorre prendere il coraggio a due mani e immaginare la nuova struttura, senza continuare a buttare soldi in un pozzo senza fondo, con un direttore generale come Montaguti a sovranità limitata, visto che a prendere le decisioni continua ad essere l’Università mentre i soldi ce li mette la Regione».
Il senatore Domenico Gramazio e il consigliere regionale Tommaso Luzzi danno il colpo di grazia al direttore generale. «Il sopralluogo effettuato dai vertici regionali e dell’azienda Policlinico dimostra come i lavori, ultimamente effettuati per riordinare i 2 chilometri e 700 metri di gallerie non abbiano messo in sicurezza quelle strutture - sottolineano -. Montaguti deve chiedere alla moglie e all’attuale responsabile della protezione civile della Regione come sono stati assegnati i lavori, essendo tutti e due componenti della Commissione aggiudicatrice dei lavori stessi».
Provocatoria, infine, la soluzione del Tribunale dei Diritti del Malato, che propone di nominare dg il rettore Luigi Frati. «Troppo facile addossare la colpa a Montaguti, i politici la smettessero di fare polemiche - tuona il presidente del Tdm Giuseppe Scaramuzza -.

La verità è che manca il controllo e la valutazione degli appalti e dei lavori. C’era stato detto che le gallerie sarebbero state pronte per dicembre 2008 e ora si parla di dicembre 2009. Diversi mesi fa ci fu persino un’inaugurazione: adesso siamo punto e a capo».

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