Cavalcando un emoticon

di Daniela FediSarà la prima settimana della moda milanese inaugurata da un premier e, conoscendo Renzi, si appunterà sul petto un medaglione grosso così dimenticando di aver già inaugurato un Pitti nel 2014. In realtà noi italiani arriviamo buoni ultimi dopo gli inglesi che hanno avuto una volta Cameron e una volta il principe Carlo a inaugurare le fashion week, mentre da anni in Francia mogli, fidanzate e amanti dei presidenti della Repubblica intervengono alle sfilate con tutti i sacri crismi del loro ruolo istituzionale. Perfino in America dove la moda conta dal punto di vista industriale come il due a briscola, le first lady sono da sempre le migliori testimonial degli stilisti a stelle e strisce senza contare che Obama ha ricevuto alla Casa Bianca anche la nostra Donatella Versace. Da noi a parte un tentativo (manco a dirlo) criticatissimo di Berlusconi, i politici finora hanno preso le debite distanze dal comparto moda che pure paga il saldo della bolletta petrolifera nazionale e dà lavoro a 90 mila persone circa. Renzi invece ha subito capito che conviene cavalcare la tigre e quindi oggi offre un light lunch al popolo della moda nella sala delle Cariatidi di Palazzo Reale insieme con il sindaco uscente Pisapia e il presidente di Camera della moda Carlo Capasa. Ci sarebbe da chiedere conto dei contributi stanziati dal Governo alle varie manifestazioni di settore. Voci di corridoio dicono che sono 4,5 milioni di euro a Milano Unica, la fiera del tessile che purtroppo continua ad arrancare dopo Premier Vision a Parigi, due milioni a Pitti di Firenze che gode di ottima salute più 1,5 milioni ad AltaRoma per il suo presunto ruolo di scouting dei giovani. Questo ci sembra francamente scandaloso, quasi un regalo alla Condè Nast e al suo per altro ottimo concorso Who's on Next che sforna ogni anno nomi nuovi manco a dirlo sulla piazza di Roma. Sarebbe bello chiedere come mai e sentirsi rispondere per una volta sinceramente, ma non ci sarà il tempo di farlo stretti come siamo tra una sfilata e l'altra. In passerella nell'insolito ruolo di modella ci sarà anche l'assessore alla moda Cristina Tajani che ha accettato di sfilare per Chicca Lualdi. L'idea di far sfilare le donne normali è vecchia come il cucco e spesse volte peregrina, ma l'interesse istituzionale a questa fashion week è tale che l'assessore ha accettato e, conoscendola, farà di tutto, di più per fare del suo meglio. Dunque buone sfilate a tutti e non dimenticate il mantra del terzo millennio: stay tuned.

Infatti questa fashion week si svolge sotto il segno di Facebook, Instagram, Pinterest, Twitter e perfino Weibo, il sito di microblogging cinese. In attesa di capire se sarà un bene oppure no, noi dinosauri che continuiamo a credere nel potere del bello e delle parole ci pieghiamo alla miseria di un emoticon :)

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