Cento si ribella: «Sinistra feroce coi deboli»

La critica agli alleati di governo: «Troppa demagogia: dobbiamo occuparci dell’emergenza casa e non dei graffiti e delle manifestazioni»

da Roma

Paolo Cento, popolarmente noto come «Er Piotta», alla prima esperienza di sottosegretario, deputato da più legislature per il Sole che ride. Ma soprattutto leader verde riconosciuto e amatissimo dai giovani dei centri sociali, dai graffitari, dai tifosi (in particolar modo quelli romanisti). Con le nuove norme, addio manifestazioni a piazza Navona...
«Voglio vedere l’articolazione precisa delle norme. Anche perché il diritto di manifestare è garantito dalla Costituzione e il potere di divieto è sottoposto a un ferreo e rigido controllo. I sindaci si occupino dell’emergenza abitativa, invece di fare i commissari politici sulle manifestazioni e sul decoro».
Qualche suo elettore dovrà pensarci, prima di imbrattare i muri.
«Che paradosso! Ci sono amministrazioni che hanno dedicato spazi pubblici ai disegni giovanili. Qui invece si vuole criminalizzarli».
Come a Stoccolma, spazi ad hoc per i graffitari e massima repressione per i vandali. Non è giusto?
«Su quella strada si dovrebbe lavorare. Ma senza irreggimentare libere espressioni creative».
Che meraviglia creativa, una scritta su un monumento.
«Difatti si deve impedire con grande forza che ciò accada. Ma con il controllo e la prevenzione: perché non ci sono più vigili urbani impiegati alla tutela artistica e anche della proprietà privata?».
Qualche potere in più potrebbe fare comodo.
«Ridicolo: li voglio vedere poi i tribunali, già ingolfati da rapine, furti e omicidi, doversi occupare anche di processi ai graffitari. Credo che vadano applicate le norme che ci sono con rigore, senza queste campagne d’ordine che creano solo allarmismo. Questo sovrappiù di poteri ai sindaci è una scorciatoia che non assicura nessun risultato. La sicurezza è un problema serio, basta demagogia».
Dove si annida la demagogia?
«Come mai non si parla mai di tolleranza zero a proposito degli abusi edilizi nei centri storici? Perché non si fa una bella riunione al Viminale su tutti quelli che costruiscono deturpando il patrimonio immobiliare e guadagnandoci pure sopra? Oppure a proposito dell’abusivismo commerciale, dei negozianti che hanno insegne fuori norma o che occupano il suolo pubblico illegalmente? Perché dobbiamo cominciare sempre dal più sfigato, dal problema più marginale? Perché ci si accanisce sempre sulla parte più debole della società?».
La destra sostiene che il nuovo pacchetto sicurezza non basta.
«Sono provvedimenti figli di questa rincorsa a chi fa la faccia più feroce con i deboli».
Cofferati è il più soddisfatto.
«Il sindaco di Bologna ha un’idea autoritaria della cosa pubblica di cui la città pare poco contenta. Ci saranno ancora manifestazioni anti-proibizioniste, e Cofferati dovrà farsene una ragione. Se la fece persino Guazzaloca».
Guai ai sindaci sceriffi?
«Questa filosofia di fondo autoritaria non ha portato risultati. Ai sindaci è sbagliato affidare anche poteri di polizia, cui devono provvedere, come fanno già egregiamente, le questure.

Le autorità politiche degli enti locali, consultate nei comitati per l’ordine pubblico, avrebbero dovuto rappresentare l’altra faccia della medaglia, riequilibrare la portata autoritaria dei mezzi repressivi. E invece ora si pretende che decidano in piena solitudine. Temo uno sbilanciamento pericoloso e privo di effetti concreti sulla sicurezza dei cittadini, che è un bene prezioso».

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