Il centrodestra deve ricucire con l’area radicale

Sandro Bondi*

Paolo Messa, curatore di Formiche, la rivista di studi politici vicina a Marco Follini, ha scritto un articolo per il Foglio denso di riflessioni meritevoli di un approfondimento e di un confronto politico utile per il futuro della Casa delle libertà.
L’articolo in questione comprende una considerazione generale dalla quale discende una prima proposta concreta. La considerazione generale riguarda la necessità di «una revisione, anche profonda, delle attuali coalizioni». Paolo Messa intende sostenere la tesi dell’insostenibilità dell’attuale bipolarismo e della logica del «più uno» (mettere insieme tutto e il suo contrario pur di ottenere un voto in più rispetto agli avversari). È sorprendente, tuttavia, che la proposta concreta che il più stretto collaboratore di Follini fa scaturire dalla considerazione generale sopra esposta è che «un centrodestra rinnovato, che voglia essere competitivo e saldo nella sua radice liberale, dovrà rinunciare a qualche estremista di troppo, ma non potrà fare a meno di Capezzone e Bonino».
Questa posizione dimostra che le forze politiche della Casa delle libertà, compresa la posizione più critica di Follini, hanno avviato una riflessione positiva che può portare a convergenze interessanti fra le forze politiche dell’opposizione al governo. Il ragionamento di Paolo Messa è ineccepibile: sia quando mette in discussione l’attuale bipolarismo, fondato su coalizioni poco omogenee a causa della necessità di ottenere un voto in più rispetto agli avversari, sia quando pone il problema, anche per la Casa delle libertà, delle alleanze e della costruzione di un blocco politico e sociale che possa, in tempi non necessariamente lunghi, reggere la responsabilità di governo. L’autore di Formiche è credibile perché nel momento in cui indica chiaramente l’esigenza di un’alleanza per le riforme con i radicali di Capezzone e della Bonino, non trascura di ricordare che fu proprio «il veto etico dell’Udc contro i Radicali a favorire il centrosinistra», anche perché quello dei Radicali è stato l’unico passaggio di voti da una coalizione all’altra.
In effetti, alla vigilia delle scorse elezioni politiche, mentre la sinistra ha proceduto ad ampliare il cartello elettorale a tutti gli attori politici possibili, il centrodestra, al contrario, ha fatto di tutto per escludere o per limitare i confini della propria alleanza.
Dicevo all’inizio che l’articolo di Paolo Messa è per certi aspetti sorprendente perché contiene un’analisi dei rapporti con i Radicali pressoché identica a quella che Berlusconi e il sottoscritto avevano illustrato durante la fase precedente all’inizio della campagna elettorale. Come sostiene Paolo Messa, «le scelte economiche, istituzionali e di politica estera sono quelle che contano nella formazione di una coalizione, di una maggioranza, di un governo. Per evitare dannosi cortocircuiti, i temi etici debbono restare fuori dalle deliberazioni di un esecutivo e restare argomento di discussione parlamentare da affrontare con libertà di coscienza e quindi senza vincolo di mandato». Parole sagge! Parole che ri-sottoscriviamo totalmente.


Possiamo partire da qui, senza polemiche e senza rinfacciarci gli errori compiuti nel passato, per guardare al futuro e per riallacciare i rapporti con quelle forze politiche che sono indispensabili, come hanno dimostrato i Radicali per la libertà di Benedetto Della Vedova e Marco Taradash, per realizzare un’autentica alternativa liberale all’attuale governo.
*Coordinatore nazionale di Forza Italia

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