Centrodestra, la sfida è in casa, la sinistra parte da -600mila voti

Cinque anni fa Formigoni superò Sarfatti di 10 punti percentuali. Forza Italia e An erano al 34,6%. E la Lega vuol crescere dal 15,8

Al di là del risultato in sé, ogni partito, per capire se questa tornata elettorale è andata bene o meno, non potrà non dare un’occhiata ai risultati delle regionali del 2005. E così ogni candidato, ogni coalizione. Gli scenari sono cambiati, è vero, ma la maggior parte dei politici in corsa cinque anni fa è scesa in pista anche stavolta. Nel 2005 si votò il 3 e 4 aprile e alle urne si presentò il 72,97% dei lombardi. A Milano le percentuali furono meno soddisfacenti, soprattutto nel centro storico, dove solo il 64,6% dei milanesi entrò in cabina elettorale.
Roberto Formigoni fu comunque decretato presidente della Lombardia con il 53,86% delle preferenze. La sua coalizione, che all’epoca era la Casa delle Libertà, ottenne il 55,34% a livello regionale, per un totale di oltre 2,4 milioni di voti. Riccardo Sarfatti racimolò il 43,1% dei voti dei lombardi e la sua squadra, l’Unione, chiuse la gara elettorale con il 42%, vale a dire con oltre 1,8 milioni di voti. Il vantaggio di Formigoni su Sarfatti a Milano fu invece più ridotto, con solo due punti di distanza tra i due rivali.
Dieci punti percentuali separavano i due aspiranti presidenti a livello regionale. Tuttavia Formigoni, mentre si apprestava a cominciare il suo terzo mandato, commentò: «Con una lista mia avremmo potuto vincere meglio». Una lista personale non ce l’ha nemmeno stavolta ma rispetto alla vecchia Casa delle libertà, il Pdl ha una novità in più: la fusione, già collaudata alle provinciali, di Alleanza Nazionale e Forza Italia. Resta interessante analizzare il rapporto con la Lega Nord. «Ci aspettiamo una grandinata di voti» hanno detto i verdi del Carroccio senza tanti complimenti. «Tra noi e la Lega ci saranno almeno una decina di punti di differenza» sostiene invece il coordinatore regionale del Pdl Guido Podestà. Saranno i dati a dare ragione all’uno o all’altro. Quel che è certo - e sono i numeri a dirlo - è che nel 2005 in Lombardia tra la Lega (al 15,8%) e Forza Italia (25,9%) più An (8,6%) c’erano 18,8 punti percentuali di differenza.
Un «abisso» ancor più marcato a Milano città, con il Carroccio al 7,42% e Forza Italia assieme ad An al 40,7%: una distanza di 33,2 punti percentuali. Su Milano comunque la Lega guadagnò qualche migliaio di voti e raggiunse una percentuale di preferenze superiore rispetto a quella riscossa alle precedenti provinciali del 2004 e rispetto alle politiche del 2001. Ora le cose sono cambiate e peserà molto anche la voce delle roccaforti del Carroccio.
Tra i candidati presidenti nel 2005 scese in campo anche Gianmario Invernizzi: all’epoca per la lista Alternativa sociale, adesso per Forza Nuova.


La Casa delle libertà nel 2005 non fu particolarmente soddisfatta dei risultati ottenuti in alcune città, tra cui Cremona e Mantova. Ottimi invece i consensi a Lecco, città di Formigoni, dove quest’anno si vota anche per decidere il sindaco. E dove il Pdl ha schierato il leghista Roberto Castelli.

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