Le certezze rosse diventano verde Lega

Le certezze rosse diventano verde Lega

Pochi giorni prima delle elezioni c'era chi faceva già i conti in tasca. «La Morelli sarà sicuramente eletta. Qui a Genova tutti ci votano senza che facciamo nulla... - parole di un amico dei Verdi che lavora in Comune - i genovesi ci voteranno sempre ad occhi chiusi». Qualcuno osò replicare: Così sicuro? L'amico che ha riscontrato una clamorosa sconfitta ora tace, si dice esterrefatto. È arrossito dalla vergogna, lui rosso genovese doc, della Genova rossa di sempre. Ed oggi forse un po’ più verde, ma non perché il sole che rida si sia infiammato, anzi. Ormai è tramontato ed è fiorito il verde padano della Lega. Persino in roccaforti come Quezzi la Lega è riuscita ad arrivare ad uno storico 4%. Ho visto rappresentanti di lista del PD strabuzzare gli occhi di fronte al mucchietto di schede che venivano impilate sul simbolo della Lega man mano che venivano estratte dall'urna. Lo stesso rappresentante di lista della Lega le ha ricontate più volte: alla fine il sole che ride era stampato sulla sua faccia. E che dire della clamorosa bocciatura di Boselli? In seggi dove persino «Per il bene Comune» o il «Partito Liberale Italiano» riuscivano a raggranellare qualche voto, il partito di Boselli rimaneva fermo a zero.
«È tempo di cambiare» ho sentito dire a molti che hanno votato Lega o che son passati dall'Arcobaleno al PD, dal PD a Casini e da Casini al Popolo della Libertà. E ad altri che son rimasti fedeli al partito di sinistra: «È l'ultima chance che gli ho dato. Ma non mi dispiace che abbia vinto il centrodestra: se lo meritavano...».
Il cambiamento già si era iniziato a respirare con le elezioni comunali e provinciali dello scorso anno, e ora è giunta la conferma.

Certo, complessivamente Genova è sempre tinta di rosso, ma il sorriso che prima era stampato sulla casta che dormiva sonni beati, ora inizia a sparire. Avete notato la risposta dei Palazzi della Genova Rossa? Un silenzio assordante che parla più di mille parole.
PS: Guardate un po’ come hanno già buttato le schede della vittoria di Berlusconi

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