«Chiarezza sul Libano, poi decideremo il voto»

Cristiano Gatti

nostro inviato

a Cinto Euganeo (Padova)

Decisamente è un luogo diverso dalle tante Cernobbio della nostra politica. Camerieri vestiti come gloriosi villici, foulard al collo e camicia da mungitori. Tovaglie quadrettate sui tavoli tondi, spiedi a tutta birra già dal mattino, orchestrina sul palco - però senza sbracare nelle mazurke e nelle romagne mie -, soprattutto tanta campagna attorno. E i numeri, che numeri. Cinquecento invitati in rigoroso abbigliamento da tempo libero, senza impegno e senza formalismi, che fanno pure sudare. E ancora, in omaggio alla statistica: 1.500 metri quadrati di casa, tra zona padronale e rustico annesso, 11 antipasti, 4 primi, 9 secondi, e per chi rimane ancora in piedi anche 9 dessert. Servizio a buffet, si mangia al tavolo. Fuori, mobilitate Digos e Protezione Civile: un balordo in libera uscita, qui, raderebbe al suolo mezzo Veneto, inteso come istituzioni e pilastri economici.
Beato Galan, il governatore serenissimo, che può regalarsi un compleanno così. C’è l’inaugurazione della nuova dimora settecentesca sui Colli Euganei, questa meraviglia restaurata di fino chiamata Villa Rodella. E c’è riunita, sotto i grandi ombrelloni color panna, tutta la cerchia dei veri amici. Di qui e di altrove. Veneti e nazionali. C’è Riello e c’è Biondi, c’è Renato Pozzetto e c’è Dell’Utri, c’è Lunardi e c’è Sanson. Tanto per segnalarne qualcuno a caso, senza offesa per gli esclusi. Ovviamente, l’ospite d’onore è lui, il vecchio amico Silvio, planato in elicottero direttamente da Gubbio, dove ha già preso per il bavero le truppe un po’ smarrite. Avrà pure perso un’elezione, ma i suoi tempi di percorrenza non sono migliorati: dal piazzale dell’atterraggio al tavolo centrale, quasi due ore. I ragazzi vogliono l’autografo, le signore vogliono la foto al suo fianco, i signori vogliono incitarlo a non mollare, e magari gli ricordano quella volta, non so se ha presente, eravamo a Vicenza, c’era un convegno…
Berlusconi, gli va riconosciuto, ha la resistenza di un camionista rumeno: sorridente e gigione, si sottopone al salutificio veneto senza negare niente a nessuno. Scendendo per caso dalla sua astronave, un marziano giustamente si chiederebbe se il festeggiato sia il cinquantenne Galan, o non piuttosto il giovanottone settantenne in camicia azzurra.
Soltanto in un momento preciso della festa, poco dopo aver regalato all’amico un orologio di pregio, l’umore dell’ospite cambia di colpo. Quando accetta di parlare con i pochi giornalisti presenti. Regolare. Meglio riproporlo per filo e per segno, questo importante momento pubblico dell’allegra domenica privata.
Cavaliere, è cominciato il dopo-Gubbio.
«Vorrei parlare di voi giornalisti. Ormai vi ho tutti contro. Al peggio non c’è limite».
A cosa si riferisce?
«Proprio in queste ore, si registrano due momenti di disinformazione pura. La prima: sono completamente travisate le mie dichiarazioni sul Libano. Io non ho mai detto che voteremo contro. Soltanto, sono problematico circa le modalità della spedizione. Bisogna precisare funzioni e regole dei nostri militari. Niente di nuovo: mi pare d’essere perfettamente coerente con quanto abbiamo detto subito in Commissione Esteri. In Parlamento faremo lo stesso: chiederemo spiegazioni, poi decideremo».
E la seconda cosa?
«Li leggete, i giornali? Prodi annuncia trionfale d’aver raggiunto uno storico accordo con la Siria per l’invio di pattugliamenti congiunti ai confini. Guarda caso, poco dopo viene platealmente smentito dalla stessa Siria. Eppure, niente: la gaffe passa completamente sotto silenzio. Va bene così, evviva… Poi i giornalisti si lamentano perché vendono quattro milioni di copie. Se continuate così, ne venderete sempre meno…».
Ormai non li sopporta più.
«Ormai, a tutti i miei consiglierò di non comprarli più».
È venuto alla festa per fiutare il clima di questo Veneto in agitazione?
«Sono qui per Galan. Ci lega un’amicizia affettuosa. Era un validissimo manager. È stato un compagno nella fondazione di Forza Italia. Adesso è un validissimo amministratore pubblico».
Bossi ha annunciato che Lombardia e Veneto chiederanno la devoluzione per via costituzionale, secondo le norme approvate dal centrosinistra.
«Confermo. E fanno bene, perché queste Regioni camminano a un’altra andatura, producono ricchezza. Invece Prodi vuole aggiungere ancora vincoli a chi produce ricchezza».
Nella Lega e in Forza Italia sono in tanti a chiedervi di alzare i toni dell’opposizione.
«Alla nostra gente dico questo: su ogni proposta, faremo l’interesse dell’Italia e degli italiani. Viste le proposte che fa la sinistra, inevitabilmente ci troveremo dall’altra parte».
Ma dopo tanti anni di governo, la diverte ancora fare l’opposizione?
«Io non ho mai fatto politica per divertirmi. La faccio per servizio e per senso del dovere. Di sicuro non sarò mai il Masaniello dell’opposizione. Ma certo farò un’opposizione seria, rigorosa, intransigente. Possono stare tutti tranquilli: io ci sono».
Fassino, sulla vicenda Libano, dice che non avete senso dello Stato.
(Scurissimo in volto) «Non commento».
Dicono anche che adesso siete antiamericani.
(Ancora più scuro) «Non commento».
Presidente, dica la verità: che umore hanno i suoi elettori?
«Niente da ricompattare. Le file dei nostri elettori sono molto compatte. Il grande partito delle libertà, al quale lavoriamo, è già radicato nella mente e nel cuore degli elettori. Per questo, sorgerà dal basso, senza mediazioni della vecchia politica. Dirò a ogni giovane, a ogni giovane nel cuore, di fondare in tutti i comuni italiani un circolo delle libertà. Andiamo avanti…».
Nonostante i Casini e i Follini?
«Io ascolto tutti. Ma soprattutto tengo vivo il dialogo con la gente…».
È il momento di tagliare. Berlusconi prova a mangiare qualcosa, tra una simpatica foto con la signora di Conegliano e la pressante richiesta del commercialista di Marostica. Così fino al taglio della torta, in mezzo al prato, sotto l’orchestrina. Sono le quattro del pomeriggio. Accerchiato dagli ospiti, Galan vuole vicini la compagna Sandra e l’amico Silvio. Il Cavaliere si occupa dell’intrattenimento. Nel genere, un drago. «Via, facciamo i complimenti a Galan: festeggiare un compleanno è un atto di coraggio. Lui almeno è un giovanotto di cinquant’anni, io sono un settantenne. Però attenzione: grazie alla chimica moderna, ancora in piena attività…».

E guardando Biondi, per metterlo in mezzo: «Eccolo qui: pure lui afferma di fare ancora la corte alle signore. Anche se non ricorda più perch酻.
Applauso, abbracci, saluti. L’elicottero decolla, per riportarlo nella realtà della politica italiana. Là dove non c’è più niente da ridere.

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