Il bilancio di Meloni: "Opposizioni feroci. I Berlusconi non ostili, usati contro di noi"

La premier a "Chi": intesa con Marina e Pier Silvio. Riforme? Intaccano i privilegi

Il bilancio di Meloni: "Opposizioni feroci. I Berlusconi non ostili, usati contro di noi"
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«Stiamo risolvendo molti problemi, ma molti altri vanno ancora risolti». Alla vigilia dell'ultimo Consiglio dei ministri prima della pausa estiva, Giorgia Meloni fa una sorta di bilancio non solo dell'attività del governo ma anche della sua vita personale dopo la separazione. L'occasione è una lunga intervista al settimanale Chi, le cui anticipazioni escono in una giornata che la premier trascorre a Palazzo Chigi, alle prese soprattutto con i dossier di politica estera. In particolare la questione Medio Oriente, perché i servizi di intelligence occidentali continuano a dare per imminente l'attacco contro Israele da parte di Iran e Hezbollah. E ieri mattina è stato proprio questo l'oggetto di una lunga telefonata tra Meloni e il re di Giordania Abdallah II. Un colloquio in cui i due hanno concordato sul rischio che un'escalation renda ancor più necessaria la conclusione dei negoziati sul cessate il fuoco a Gaza e sulla liberazione degli ostaggi. La premier e Abdallah hanno poi condiviso «l'assoluta necessità di evitare una regionalizzazione del conflitto» e l'invito a tutte le parti in causa ad «astenersi da iniziative che possano allontanare prospettive di dialogo».

I nodi dopo la pausa estiva Ma sul tavolo di Meloni ci sono anche diversi dossier italiani, che alla ripresa dell'attività saranno centrali e decisivi. Dalla legge finanziaria all'eventuale election day per le regioni che andranno al voto entro fine anno (Emilia-Romagna, Liguria e Umbria) con il rischio concreto di una sconfitta in tutte e tre. Passando per le nomine Rai, la definizione delle deleghe al commissario italiano, il Mes e tanto altro.

Il bilancio Nell'intervista a Chi, invece, Meloni fa il punto dell'attività di governo. «Sono soddisfatta, per ora, dei risultati. E questo - dice la premier - mi porta a voler andare avanti con ancora maggiore determinazione. Il nostro Paese oggi è più stabile, più centrale, più rispettato nel mondo. Gli sbarchi di immigrati irregolari sono a meno 60% rispetto all'anno scorso e abbiamo avviato riforme attese da decenni». Insomma, «il mio bilancio personale è che non avrei potuto fare di più, tanto che quest'anno penso di dovermi imporre qualche giorno di riposo più del solito».

Premierato e autonomia Meloni parla poi delle riforme «attese da decenni». «Le abbiamo avviate», dice. «Quella sul premierato, quella della giustizia, l'autonomia differenziata e la riforma del fisco». Tutte riforme, aggiunge, «contro le quali le forze che vogliono conservare lo status quo, ovvero i loro privilegi, stanno mettendo in campo una opposizione feroce».

I rapporti con i Berlusconi Poi Meloni si sposta su quella che definisce «un'insofferenza raccontata» ma che non c'è. Con Marina e Pier Silvio Berlusconi non c'è nulla da appianare perché, dice, «non li considero ostili» e «l'obiettivo dell'opposizione che oggi li lusinga è usarli contro di noi». Tutto già visto, «metodi che conosciamo bene» perché già «usati contro Silvio».

La vita privata Per la prima volta, poi, la premier parla della separazione con Andrea Giambruno. Che, dice, «rimane il padre migliore che potessi desiderare per mia figlia» e con cui «abbiamo mantenuto un buon rapporto». La separazione, assicura, «è definitiva», ma le imminenti vacanze in Puglia «le faremo per qualche giorno tutti e tre insieme, con un gruppo di amici e i loro figli». La famiglia riunita è una scelta «per Ginevra», anche perché «siamo ancora amici e ci vogliamo bene».

Ginevra in Cina Infine, la premier respinge le polemiche sulla presenza della figlia nella recente missione a Pechino e Shanghai: «Sono stata via quasi una settimana. Avrei dovuto lasciare mia figlia a casa di amici?».

Invece, dice Meloni, la sua presenza in Cina «è anche una sfida culturale che riguarda tutte le donne» perché «penso che, se io, che sono presidente del Consiglio, riesco a dimostrare che il mio incarico è compatibile con la maternità, allora non ci saranno più scuse per quelli che usano la maternità come pretesto per non far avanzare le donne sul posto di lavoro».

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