
Chi l'avrebbe detto che ora i Baustelle sognano la California.
Francesco Bianconi «Una determinata California, quella della seconda metà degli anni Sessanta».
Il disco si intitola El Galactico.
Bianconi «Una notte tornando a casa tardi in auto, ho incrociato un'insegna in via Padova a Milano, una grande luce rossa in mezzo al buio con la gente che fuori parlava. Poteva essere Los Angeles. Per me una visione».
Quale esattamente?
«I tramonti, il surf, Brian Wilson e i suoi fratelli Beach Boys, guidare su Mulholland Drive, il Sunset Strip, le chiacchiere per ore».
Di certo i Baustelle stavolta hanno cambiato le carte in tavola perché in El Galactico il loro stile è sempre lo stesso ma lo scenario e la coreografia sono diverse. Chitarre morbide, armonie sognanti, il profumo di mare e asfalto, un'atmosfera ipnotica che non è demodè ma prende vita con i testi, e che testi. Dopo Elvis, che già era un gran disco, i Baustelle di Francesco Bianconi, Rachele Bastreghi e Claudio Brasini trovano la quadra giusta in questi dodici pezzi (come le corde della Rickenbaker) che, ad esempio in Spogliami, mettono insieme Byrds e Battiato e ne L'arte di lasciar andare si portano dietro la salsedine di Venice Beach. E bisogna tener d'acconto questo trio (in realtà allargato ad altri musicisti) che, anno dopo anno e ora sono già venticinque, conserva il gusto di scrivere testi con il cuore e la sensibilità accesi. Nati a Montepulciano, caposaldi del rock d'autore e ormai facilmente identificabili, i Baustelle hanno attraversato gli alti (dischi di platino, Targa Tenco) e i bassi (ispirazione qui e là un po' meno luminosa) che sono tipici di tante band di lungo corso. Ma hanno creato un «format» sempre più raro, quello di chi non si svende alla fretta, o peggio alla convenienza, ma scrive una canzone solo quando ha qualcosa di originale da metterci dentro. Oggi è una forma di ribellione, se ci pensate.
In effetti, nel 2025 El galactico è quasi ribelle.
Bianconi «Il filo conduttore sonoro è un mondo fatto di chitarre scintillanti alla Buffalo Springfield o i The Mamas & The Papas, con gli arpeggi, i jingle e jangle che vogliono costruire un disco coerente, anzi pimpante come ha detto mia figlia dopo averlo ascoltato».
Dall'altra parte ci sono i testi, attuali e pure quelli «pimpanti». Ad esempio Filosofia di Moana.
Bianconi «Di Moana Pozzi mi ha molto attratto il suo lato triste anche nel porno, era una Gioconda triste simbolo di bellezza nell'epoca della mercificazione della bellezza. Ricordo di aver letto un libro raro, Filosofia di Moana, e da lì è nata l'idea del pezzo».
Rachele Bastreghi «Io ho avuto un innamoramento per Moana, mi affascinava e, nei miei diari scolastici delle medie, ho scritto tante pagine dedicate a questa donna criticata dalle donne».
Bianconi, anche le parole di Canzone verde, amore tossico a molti sembreranno controcorrente.
«Quello è un pezzo politico sulla crisi ambientale ma anche sulla retorica del discorso ambientalista».
Si spieghi meglio.
«Quando ero ragazzo, ricordo che chi era ambientalista se la prendeva con i cacciatori. Però io vivevo in un paesino della campagna toscana dove si usavano pesticidi in modo indiscriminato e, nei laghetti dove andavo a pescare con gli amici, venivano a galla gigantesche carpe misteriosamente morte. Ma si parlava dei cacciatori, con tutto il rispetto.
Una forma di ipocrisia.
Bianconi «Più in generale è una riflessione su come i vecchi non abbiano saputo formare i giovani, che sono cresciuti senza la cassetta degli attrezzi per poter governare».
Risultato?
Bianconi «È rimasto il cinismo, che è più che altro una categoria filosofica ma non serve alla politica né tantomeno a salvare il mondo».
Sorpresa: siete diventati i direttori artistici di un festival che avete inventato voi.
Bastreghi «El Galactico Festival, che andrà in scena il primo e il 2 giugno all'Anfiteatro della Cascine Ernesto de Pascale di Firenze, raccoglie un cast di artisti che sentiamo affini, da Emma Nolde ai Neoprimitivi, dai Delicatoni a Stefano Nazzi, sono giovani e sono in ascesa».
Bianconi «Noi vogliamo far vedere che c'è musica e musica».
Baustelle 25 anni.
«Faremo dieci date questa estate nei principali festival che non saranno celebrative.
Per accendere le candeline del nostro compleanno abbiamo scelto due concerti, uno al Palazzo dello Sport di Roma il 5 dicembre e l'altro al Forum di Milano il 12. Non abbiamo quasi mai celebrato niente e siamo pure contro i revival, ma stavolta ci sta ricordare questa data».
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