Palermo - "Mi consenta, gradirà sicuramente l'utilizzo del
termine, le confermo che io non c'ero, quello che lei riferisce nel suo blog corrisponde sicuramente al vero,
non c'ero e non ero presente. Sono però altrettanto sicuro che lei durante le mie dichiarazioni rese in aula
innanzi alla IV sezione del tribunale di Palermo, non c'era, non era presente". Così Massimo Ciancimino
sul sito livesicilia.it risponde alle parole di Gianfranco Micchichè, che ieri aveva detto che quelle di
Ciancimino sono "solo fandonie".
"Escludo coinvolgimento diretto premier" Ciancimino poi parla del premier, Silvio Berlusconi: "È per la stima che
ho sempre avuto per lei, e per la serenità e scevro da secondi fini, come ultimamente ipotizzati da illustri
suoi compagni di Partito, e con il quale ho sempre reso dichiarazioni innanzi alla Procura di Palermo e
Caltanissetta, stessa serenità con la quale ho sempre anche escluso, avendo lo stesso appreso da
direttamente da mio padre, ogni coinvolgimento diretto del presidente del Consiglio Berlusconi con
ambienti mafiosi". "Vorrei solamente permettermi di invitare lei onorevole e tanti altri personaggi - prosegue Ciancimino -
appartenenti alla stessa sua coalizione politica, a saper aspettare di conoscere tutte le mie dichiarazioni
nella loro interezza rese e ancora da rendere nelle aule di giustizia, prima di poter arrivare a rilasciare
dichiarazioni alquanto banali da me oggi lette nei principali quotidiani, ben lontane dalla reale mia versione
dei fatti.
Lasciamo ad altri, in ogni caso, il compito di stabilirne la veridicità".
L'attacco di Micciché Ieri, il sottosegretario Gianfranco Micciché aveva scritto, tra l'altro, sul suo blog Sud: "Quelle di Ciancimino jr sono tutte fandonie. La verità è un valore talmente assoluto ed univoco che non può essere affidata ai 'mi pare', a 'ho sentito dire da mio padre', oppure a 'se non ricordo male'. La verità è una sola e non conosce nè ammette osservazioni. Io, invece, ho molto da controreplicare al signor Ciancimino, e le mie non sono controrepliche de relato, io non parlo per sentito dire, io c’ero a quei tempi, quando fu fondata Forza Italia. Io c’ero, perchè in Sicilia io ho fondato Forza Italia". "Io c’ero quando Sicilia Libera, il partito nato nel ’93 direttamente collegato a Cosa Nostra, si schierò contro di noi nel maggioritario. Io c’ero quando chiudemmo alcuni club di Forza Italia per presunte infiltrazioni mafiose: mi riferisco in particolare al club San Paolo e a quello di Monreale". "Io c’ero, anzi, la mia famiglia c’era, era lì, terrorizzata, quando - ricorda Miccichè - ricevetti le minacce di morte da parte di Mandalari. Io c’ero e continuo ad esserci dentro i governi Berlusconi che da sempre conducono una lotta senza quartiere contro la mafia attraverso atti concreti".
Bonaiuti: alcuni pm politicizzati "Massimo Ciancimino racconta cose che gli sarebbero state riferite dal padre, si parla di avvenimenti accaduti più di venti anni fa, ma a cosa serve tutto questo? Si ha l’impressione netta di un meccanismo a orologeria, dell’azione politicizzata di una certa parte
della magistratura". Paolo Bonaiuti, portavoce del premier e sottosegretario alla presidenza del Consiglio, intervenendo su Rai-News24 liquida così le accuse di Massimo Ciancimino sui legami tra la mafia e Forza Italia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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