Cibo e tv i vizietti dei bambini

Duccio Pasqua

I bambini del Lazio godono di buona salute. Stanno meglio quelli che vivono in piccoli centri o in periferia della grandi città, mentre chi abita a Roma, soprattutto in borgata, soffre di più. I problemi più rilevanti sono l’alimentazione sbilanciata e troppo abbondante, le troppe ore trascorse davanti alla tv, i pochi spazi verdi per giocare e passeggiare e il tempo passato in automobile con i genitori.
I dati emergono dalla fotografia del bambino che abita nel Lazio, sviluppata dai pediatri di famiglia della Fimp, riuniti a Roma per il primo congresso della Fimp Lazio (il quinto della Fimp Roma). Nei due giorni di lavori verranno discusse tutte le problematiche dell’infanzia e dell’adolescenza, dall’alimentazione alle vaccinazioni, all’assistenza sul territorio, all’uso e abuso dell’antibioticoterapia.
«Il bambino che va all’asilo o a scuola a tempo pieno – sostiene Claudio Colistra, presidente della Fimp Lazio – ha la possibilità di fare almeno un pasto corretto ed equilibrato, molto vicino ai principi della dieta mediterranea. Chi non va a scuola, o comunque rientra a casa per pranzo, segue un regime alimentare scriteriato, soprattutto se a tavola viene gestito dalla baby sitter, che non si attiene alle indicazioni dei genitori». Anche chi ha la fortuna di fare un pasto normale a scuola, la sera viene iperalimentato dalla madre, convinta che il figlio a pranzo non abbia mangiato a sufficienza.
«È di grande importanza anche il ruolo dei nonni – prosegue Colistra – soprattutto in quelle famiglie in cui i genitori sono spesso assenti per lavoro. La loro figura è presente soprattutto in provincia, dove i ritmi di vita sono più tranquilli e le distanze ridotte, mentre in città spesso i nonni fanno fatica a raggiungere la casa dei figli per assistere i nipoti».
Il dottor Antonio Palma, segretario regionale della Fimp Lazio, pone l’accento sul problema più importante che affligge i bambini della regione: «È l’ospedalizzazione, soprattutto dei piccoli colpiti da tumore o da malattie metaboliche e neurologiche, che dovrebbero essere curati a domicilio senza essere costretti al ricovero». Palma segnala tra i problemi regionali lo scarso numero di asili, pur ammettendo che negli ultimi anni la situazione è migliorata.
Lo studio dei pediatri di famiglia permette di tracciare il profilo dei bambini delle 5 province laziali. E così si scopre che a Roma sia bambini che adolescenti tendono alla ribellione, approfittando dell’assenza dei genitori e prendendo spesso iniziative scorrette.

Il sovrappeso e la solitudine sono i problemi principali dei ragazzi della capitale, ma anche nelle altre province, con l’eccezione di Frosinone, c’è allarme per la tendenza ad ingrassare, causata sempre dall’alimentazione scorretta, o eccessiva, e dalle tante ore passate davanti al monitor.

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