Giro, la fuga ripresa sul traguardo. A Napoli trionfa in volata Pedersen

In una tappa meno bagnata del previsto, lunga fuga con protagonista l'azzurro De Marchi. Con l'aiuto dell'australiano Clarke i due arrivano a 250 metri dal trionfo, per venire beffati dal gruppo. In volata il danese la spunta su Milan e Ackermann

Fonte: Twitter (@giroditalia)
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Invece della pioggia di ieri, il meteo ha concesso una tregua al Giro d’Italia, rendendo ancora più speciale la passerella di Napoli. C’è ancora spazio per una fuga importante, che parte presto e vede gli azzurri De Marchi e Gavazzi protagonisti. Sul secondo GPM è l’esperto ciclista friulano a staccarsi, seguito a ruota dall’australiano Clarke. Il finale di tappa è all’insegna dei saliscendi ma il gruppo riesce comunque a riassorbire i fuggitivi a pochi metri dall’arrivo. Gaviria parte troppo presto e viene beffato sul traguardo da Mads Pedersen, che ha la meglio su Jonathan Milan e Kaden Groves. Bella impresa quella dell’ex campione del mondo, che non aveva mai vinto al Giro finora. Applausi però per De Marchi, arrivato a 250 metri da un trionfo davvero storico.

Il tracciato

Invece del circuito dell’anno scorso, la tappa che parte e arriva a Napoli vedrà una serie di salite non particolarmente importanti ma un tracciato comunque nervoso, con discese molto tecniche. Sebbene la possibilità di una fuga sia sempre presente, più probabile che per la terza volta si finisca con una volata di gruppo. Questo, ovviamente, se le squadre dei velocisti riusciranno a tenere in mano il gruppo ed evitare azioni importanti in giornata.

Giro d'Italia 2023 tappa 6 altimetria
Fonte: Cyclingpro.net

La speranza di tutti è che le tante cadute di mercoledì siano solo un ricordo e che la tappa sia meno complicata, specialmente visto che venerdì ci sarà da faticare parecchio. A parte qualche doloretto, nessuno dei protagonisti della generale sembra avere subito conseguenze dalle cadute di ieri. I panorami della costiera amalfitana saranno spettacolari per gli spettatori ma i ciclisti avranno ben altro a cui pensare. Il meteo farà tutta la differenza del mondo, specialmente sulle discese.

Ancora una fuga

Visti i tanti problemi di ieri, il gruppo parte da Napoli con una certa circospezione. I primi chilometri sono all’insegna di qualche azione di disturbo, prontamente ricucita dal gruppo. La prima fuga parte dopo neanche un’ora di corsa, un gruppo di sei ciclisti guidati dagli azzurri Gavazzi e De Marchi, due corridori esperti che sanno come gestire tappe del genere. Prima del traguardo volante di Sant’Antonio Abate, Verre perde contatto con i fuggitivi, con Quarterman che precede Gavazzi e Clarke sul traguardo. Il gruppo, a circa tre minuti di distacco, lascia fare i fuggitivi, anche se la Alpecin e la DSM sono in testa per evitare rallentamenti eccessivi.

Le cose rimangono più o meno tranquille quando si arriva alla prima asperità di giornata, il Valico di Chiunzi. Vista la lunghezza di oltre 8 chilometri e la pendenza media del 6,3% è una salita di seconda categoria, con 18 punti per la classifica degli scalatori in palio. Il gruppo lascia fare, con il vantaggio dei fuggitivi che sale fino a 5’25”, un po’ troppo per la Ineos, che si mette a tirare per ricucire il distacco. Nessuno sprint sul GPM con Gavazzi che si mette dietro Clarke e De Marchi: bottino pieno per l’azzurro che risale fino al quarto posto nella classifica degli scalatori, ancora guidata da Thibaut Pinot.

Gruppo Giro tappa 6 Twitter
Fonte: Twitter (@giroditalia)

Sulla discesa, la Ineos continua a trascinare il gruppo, che rosicchia secondi su secondi ai fuggitivi, che a 100 chilometri dal traguardo hanno ancora 3’30” di vantaggio. Il paesaggio di Amalfi è spettacolare, ma non succede molto, a parte i problemi di Mark Cavendish, che è incappato in un’altra caduta dopo la scivolata a pochi metri dal traguardo di ieri. Il ciclista dell’isola di Man arranca, incapace di rientrare in gioco. I saliscendi sulla strada costiera non sono il massimo per i fuggitivi, che comunque sono capaci di tenere a distanza il gruppo. La salita che porta al secondo GPM di giornata, quello di Picco Sant’Angelo non è complicatissima ma offre un’occasione buona per uno strappo.

A partire e salutare la compagnia sono l’australiano Clarke e l’italiano De Marchi, che danno una spallata sulla salita a un paio di chilometri dalla vetta. Quarterman è il primo a cedere, seguito poco dopo da Gavazzi e Delettre. Ad aggiudicarsi i nove punti in palio è l’azzurro, ma i due continuano a spingere anche nella discesa, per fortuna non troppo bagnata. I tre ex fuggitivi si ricompattano ma a circa 1’30” di distacco da De Marchi e Clarke, che si presentano da soli sul traguardo volante di Sorrento. L’australiano passa per primo, con Gavazzi che si aggiudica l’ultimo secondo di abbuono. Dopo lo sprint, i tre inseguitori sono riassorbiti dal gruppo, che ora spinge forte.

Fuga Giro tappa 6 Twitter
Fonte: Twitter (@giroditalia)

Stavolta la spunta Pedersen

Nonostante le tante cadute in giornata, buona parte dei favoriti per un’eventuale volata sono ancora in buona posizione. Pedersen, Matthews, Gaviria, Dainese, Groves, Milan sono pronti a giocarsi le proprie carte. Gli unici a pagare dazio sono quindi Cavendish e Marit, scivolati inesorabilmente indietro. A tirare il gruppo, come al solito, si danno il cambio i gregari della DSM, della Bahrain e della Trek-Segafredo ma De Marchi e Clarke, per il momento, reggono bene, rimanendo avanti di 2’30”. A 30 chilometri dalla fine, le possibilità di un arrivo in solitaria rimangono basse ma il percorso non rende semplicissimo il compito del peloton. Minuto dopo minuto, le squadre dei velocisti aumentano la pressione, con il vantaggio dei fuggitivi che scende sotto i due minuti per la prima volta attorno ai 23 chilometri dall’arrivo. Con il vento contrario tutto diventa ancora più complicato e le conseguenze non tardano a farsi vedere.

De Marchi Clarke Giro tappa 6 Twitter
Fonte: Twitter (@giroditalia)

Sforzo davvero encomiabile quello dei fuggitivi, costretti a saltare da una parte all’altra della strada dalle condizioni della strada, certo non ideali. Ennesimo incidente per un uomo di classifica, con Primos Roglic che è costretto a cambiare bici per una caduta senza grosse conseguenze sull’acciottolato di Ercolano: con l’aiuto dei gregari riesce a rientrare in gruppo ma è uno sforzo di cui avrebbe fatto volentieri a meno. Ai 10 chilometri il gruppo è a circa un minuto dai fuggitivi, che soffriranno parecchio nel finale per resistere. Geraint Thomas è costretto a fermarsi per sistemare la catena ma la Ineos riesce comunque a farlo rientrare in gruppo.

De Marchi e Clarke tengono duro, agevolati dalle rotatorie e dalle tante curve, ma non sarà facile reggere fino al traguardo. Alla neutralizzazione i due hanno ancora 33 secondi e a questo punto ci credono davvero, dandosi il cambio con regolarità. L’ultimo chilometro è tutto all’insegna del duello tra i due fuggitivi, che quando pensano di potercela fare vengono ripresi dal gruppo.

Negli ultimi 200 metri è scontro all’arma bianca tra Gaviria, che parte troppo presto e viene battuto sul filo di lana da Milan e Pedersen. Il danese mette la ruota davanti ed alza le braccia al cielo, battendo per un niente l’azzurro.

Classifica di tappa e generale

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