Scommesse e record, giallo su giallo. Dal Tour ad un caso non ancora chiarito che ci riconduce al Giro d’Italia 1999. Ma andiamo con ordine. Oggi seconda tappa pirenaica, si arriva a Plateau de Beille, dove nel 1998 il Pirata gettò il primo mattoncino verso il suo magnifico bis sulle strade di Francia. Una vittoria in solitaria, con un Ullrich strabattuto e distanziato. Su questa ascesa il record di scalata sul segmento Strava del Tour, che però misura circa 200 mt in meno rispetto all’altimetria ufficiale, è di Thibaut Pinot. Il francese lo ha fatto registrare nel 2015, in una frazione corsa sotto la pioggia e vinta da Purito Rodriguez con una fuga da lontano. Nel gruppo dei migliori, insieme a Pinot, c’erano anche Froome e Quintana, Valverde, Contador e Thomas, Van Garderen, Rolland e Nibali. Insomma, quasi tutti i migliori di quella generazione. La vittoria di quel Tour andò a Chris Froome. Il “vero” record di scalata, però, è ancora di Marco Pantani e risale all’11ª tappa del Tour 1998, quando il pirata staccò tutti e andò a conquistare la vittoria che gli consentì di iniziare la sua straordinaria rimonta su Jan Ullrich che lo portò in giallo a Parigi. Pantani attaccò quando mancavano circa 10 km all’arrivo e scalò Plateau de Beille in 43’20”, alla media di 21,9 km/h e con una velocità media ascensionale di circa 1.730 metri ora. Questo per la storia, per la cronaca, invece, ieri la Procura di Trento ha riaperto le indagini sul caso di Marco Pantani legato al Giro di Italia del 1999. Come ci si ricorderà, Pantani in quell'edizione della “corsa rosa” venne fermato per un valore di ematocrito del sangue superiore ai limiti consentiti (era a 52, ndc) e fu costretto a lasciare la competizione, con Ivan Gotti che conquistò così il Giro.
Il nuovo fascicolo, affidato al pubblico ministero della Dda Patrizia Foiera riguarda l'ipotesi, come è emerso già anche in occasione di diverse audizioni in Commissione Antimafia, di un presunto giro di scommesse clandestine legate alla camorra che puntava sulla sconfitta al Giro del "pirata". Il primo a parlare di quella vicenda fu Renato Vallanzasca, ieri sentito come persona informata sui fatti, nel carcere di Bollate, dalla stessa Pm trentina.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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