"Killer of the Flower Moon", la storia vera dietro il film di Martin Scorsese

Una storia che racconta della più grande strage di nativi americani del nostro tempo. Il film di Scorsese arriva nei cinema italiani dal 20 ottobre

"Killer of the Flower Moon", la storia vera dietro il film di Martin Scorsese
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Presentato al Festival del cinema di Cannes dello scorso mese di maggio sotto una pioggia scrosciante di applausi – si conta più di 20 minuti -, Killer of the Flower Moon si appresta ad arrivare nei cinema italiani. Il nuovo film di Martin Scorsese, con un cast di grandi stelle tra cui spiccano Leonardo DiCaprio, Robert Deniro e Brendan Fraser, arriva nelle sale il prossimo 20 ottobre in contemporanea con gli Stati Uniti, per approdare poi successivamente in streaming su Appletv+. Un film che è un vero colossal, come solo il buon Martin Scorse sa fare.

Lungo quasi tre ore, Killer of the Flower Moon racconta l’America degli anni ’20 e la corsa al petrolio in Oklahoma, in una contea popolata da i nativi americani i quali, piano piano, scompaiono e vengono uccisi. Una storia di ottima fattura che fin dal trailer fa intuire le sue grandi potenzialità. In pochi, però, sono a conoscenza del fatto che Killer of the Flowers Moon è ispirato a una storia vera che, proprio negli anni ’20, ha sconvolto l’opinione pubblica americana.

Prima di tutto, Martin Scorsese si è affidato al romanzo di David Grann, saggista e giornalista americano, dal titolo Gli assassini della terra rossa (in Italia per Corbaccio Editore). Pubblicato per la prima volta nel 2017, ha avuto un tale successo che è stato inserito nella top ten del New York Times tra i libri più venduti e il Times lo ha eletto come la migliore opera saggistica degli ultimi anni. I diritti per un adattamento cinematografico sono stari acquistati nel 2019 dalla Paramount Pictures ed è stato stanziato un budget di oltre 200mila dollari. Il film, pur romanzando la vicenda, non prende tanto le distanze dai fatti realmente accaduti. Al centro della storia c’è la comunità di nativi che, all’epoca, abitava tra le terre di Osage, in Oklahoma. Lì, per l’appunto, è avvenuto uno dei più grandi stermini di nativi che ha segnato per sempre la storia americana. Killers of the Flower Moon racconta, infatti, di una serie di omicidi avvenuti nella contea di Osage a causa della scoperta di alcuni giacimenti petroliferi nel sottosuolo, che avrebbero fruttato ai nativi importanti ricavi.

Quelle terre appartenevano alla comunità di Osage, e il tribunale aveva concesso loro i diritti sia per i profitti che per la vendita che avrebbe generato. Per costruire pozzi petroliferi, però, era necessario acquistare quegli appezzamenti di terreno. I nativi, causa forza maggiore, sono diventati un ostacolo per tutti coloro che non sopportavano che persone di etnia diversa potesse entrare in possesso di tali ricchezze. Questo diede il via a un vero e proprio complotto, che è sfociato in una serie di omicidi di ereditieri nativi. Una tragedia che conta 20 vittime accertate ma si pensa che le vittime siano maggiori. La scia di omicidi ha portato a una serie di indagini, condotte dall’FBI, che alla fine portarono all’arresto di William Hale, allevatore e carnefice di quei crimini efferati. Un fatto che ha segnato la cultura americana del periodo.

Soprattutto, è stato uno dei primi casi importanti che sono stati risolti dall’FBI, nato da qualche tempo e sotto lo sguardo inesperto di J. Edgar Hoover. Per l’occasione fu istituita una task force di nativi che si sono infiltrati tra la gente della contea.

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