Cinque «pezzi» difficili

All’interno del «Pink Pavillion» della Triennale Bovisa le ultime creazioni dell’architetto e designer

All’interno del Pink Pavillion progettato l’anno scorso appositamente per la Triennale Bovisa dall’architetto e designer Gaetano Pesce, in occasione del Salone del Mobile sono esposti alcuni nuovi lavori dell’artista di La Spezia (da domani al 30 aprile): un’idea nata in base alla convinzione di Pesce che un design debba utilizzare la figurazione per rendere più esplicito il suo credo.
Dal titolo «Quattro armadi e un tavolo», la mostra presenta alcuni recenti lavori nati dal genio di Pesce: il tavolo «Fish Table» che evoca con la sua forma l’immagine di un pesce; l’armadio «Puglia», un omaggio a una regione particolarmente amata dall’architetto e a un materiale come il legno d’ulivo, caratteristico di questa terra, considerato dall’artista non solo pregiato ma «sacro»; poi l’armadio «Mantegna», che richiama il profilo dell’artista, un mobile non dissimile per filosofia agli altri due pezzi - «Horse» e «Arquà» - tutti derivanti da profonde riflessioni legate all’arte, alla storia e alla cultura italiana. In particolare «Mantegna» celebra il nome del grande Maestro attraverso l’uso delle lettere che lo compongono; elementi strutturali creano una scaffalatura che trae origine dalla visita alle numerose mostre dedicate a Mantegna da Verona a Mantova a Padova nel 2006. Con «Horse», invece, Gaetano Pesce si rifà alla ricerca prospettica e agli studi sulla natura di altri creativi come Altichieri di Zevio, la cui Crocefissione all’Oratorio di San Giorgio a Padova è fonte d’ispirazione di quest’opera. Il viaggio sui Colli Euganei ad Arquà, dove Petrarca trascorse gli ultimi anni della sua vita, è stato, infine, il motivo ispiratore di «Arquà»: Pesce crea un armadio che evoca la torre medioevale che sovrasta lo spazio urbano della cittadina.
«Il design deve comunicare opinioni personali, è come un autore, deve prendere posizioni precise religiose, storiche, politiche, culturali, esistenziali e soprattutto legare i contenuti alla storia dell’arte», è la convinzione che Gaetano Pesce non smette di ribadire. Ad esempio la riflessione sulla forma dell’armadio nasce dalla volontà di ripensare una tipologia che non si è più evoluta in termini di contenuti, di materiali, di tecniche.

È possibile rendersi conto di questa filosofia osservando l’uno dopo l’altro i disegni preparatori e i modelli di questi progetti firmati da Pesce esposti lungo le pareti del Pink Pavillion, un padiglione - realizzato lo scorso anno da Pesce - che si inserisce nella tradizione della Triennale che fino dal 1930 con la «Casa elettrica» di Figini e Pollini e il successo del QT8 negli anni Quaranta, ha dato spazio alla sperimentazione e alla ricerca di insediamenti residenziali realizzati con l’utilizzo di tecnologie e materiali innovativi.

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