Cè chi ha preferito, anche se è stata dura, far finta di niente e stare fermo lì, nel punto dove si trovava. Mentre dentro si chiedeva, pietrificato dallangoscia, quanto ancora sarebbe durato. Autoconvicendosi che no, non poteva essere il terremoto anche qui, a Milano. Negli stessi secondi molti, moltissimi altri, balzavano atterriti giù dai loro letti, correvano fuori da uffici e scuole, senza badare alla forma o al «non farsi prendere dal panico». Qualcuno cadeva e si sbucciava un ginocchio, un braccio, altri urlavano e basta e si attaccavano al telefonino per chiamare il 118, la polizia, i parenti. Bambini e ragazzi delle scuole, impiegati, casalinghe, operai, pensionati. Ieri mattina, alle 9.03, a Milano tutti hanno avuto paura. Un terrore rinnovatosi, alle 12.56, con la seconda, lunghissima scossa: seri professionisti, uomini tutti dun pezzo, hanno preso al volo la borsa e sono andati al giardino più vicino a casa, per tranquillizzarsi, sedendosi su una panchina.
Che non sia proprio successo niente, poi, non è del tutto vero. Evacuati come da protocollo, gli uffici comunali di Palazzo Marino e della Tesoreria, quelli regionali del Pirellone e quelli della Fiera a Rho, il 118 è stato tempestato di chiamate da parte di gente che voleva sapere come comportarsi e cosa fare. Il lavoro più imponente è stato quello dei vigili del fuoco e della protezione civile. Impegnati per tutta la giornata in controlli in scuole e in diversi palazzi e stabili per verificarne le condizioni di stabilità, anche per la caduta di parti di cornicioni. Comè successo al nido di via Carabelli dovè venuta giù una parte della controsoffittatura.
Otto, ufficialmente, le scuole evacuate, fra cui l'istituto di istruzione superiore «Nicola Moreschi» e il «Carlo Cattaneo» in città. Fin dai primissimi minuti sono scattate, infatti, le operazioni di monitoraggio nelle oltre 400 scuole cittadine (nidi, materne, elementari e medie) da parte di Provincia e Comune. Gli istituti hanno seguito le procedure di messa in sicurezza dei bambini e del personale, inviando le informazioni agli uffici dei settori Educazione e lavori pubblici del Comune. La centrale operativa della Protezione civile del Comune (02/88465001) è stata potenziata per far fronte alle segnalazioni.
Dopo la seconda scossa è stata evacuata anche l'Accademia di Brera che, immediatamente dopo, è stata chiusa del tutto. Evacuata, sempre in seguito alla seconda scossa di terremoto delle 13, la scuola elementare «Sorelle Agazzi» e la Media «Gianni Rodari» che si trovano nello stesso complesso in via Gabbro 6, alla Comasina. Sul posto stavolta è arrivata la polizia. I bambini sono stati accompagnati in giardino fino alla dichiarazione di agibilità da parte dei vigili del fuoco. Si sono registrate, infatti, diverse crepe e cadute di intonaco nella mensa, nella segreteria e nell'aula riservata agli insegnanti e una crepa su una colonna non portante di un'aula. I pompieri ne hanno dichiarato l'agibilità. Per una valutazione complessiva delle conseguenze del sisma a Milano e in provincia ci vorrà però il tempo necessario per consentire ai tecnici di effettuare ulteriori perizie. Sono state attivate tutte le procedure di emergenza previste in casi analoghi, anche per le reti infrastrutturali del metrò.
«Ancora terremoto, sono vicino alle famiglie delle vittime e dei feriti. Sono vicino alla popolazione delle province colpite dellEmilia e della Lombardia. La nostra Protezione si è subito mobilitata» ha scritto il presidente Roberto Formigoni su Twitter. Ma il terrore resta.
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