Per molti di noi è ancora il vecchio Libretto o Carta di circolazione, anche se sarà gradualmente sostituito dal Documento Unico di circolazione e di proprietà (DU), introdotto nel 2021, e che includerà sia la Carta di Circolazione che il certificato di proprietà del veicolo. Nel frattempo però, è importante conoscere e saper leggere l’attuale versione, regolata da una specifica direttiva europea del 1999, che ne armonizza aspetto e dimensioni in tutta l’Unione, per non trovarsi in difficoltà in nessuna situazione. Scopriamo allora quali informazioni sono riportate nel documento e dove trovarle.
Che cos’è la carta di circolazione e quali dati contiene
La Carta di circolazione è il documento che raccoglie tutte le informazioni di un veicolo e viene rilasciata al momento della sua immatricolazione o reimmatricolazione, insieme con il numero di targa. La Carta conferma l’idoneità del mezzo a circolare su strada, purché contenga tutti i requisiti richiesti dalla Motorizzazione Civile.
Nel documento vengono riportate le informazioni principali della vettura quali marca, modello, anno di immatricolazione, classe di emissione, pneumatici omologati, consumi dichiarati e potenza massima, oltre ai dati anagrafici del proprietario del mezzo. Sul retro, oltre alla legenda dei vari codici, si trovano i trasferimenti di proprietà del veicolo e i risultati delle revisioni. Esaminiamoli voce per voce.
Com’è composto il documento. Le voci nel dettaglio
Leggere la Carta di circolazione può sembrare all’inizio un po’ macchinoso, ma tramite la legenda sul retro, si possono comprendere facilmente le varie voci e a cosa si riferiscono. Il documento è composto da quattro quadranti:
Facciata anteriore, quadrante 1: posizionato in alto a sinistra, riporta i dati che identificano il veicolo e il suo proprietario. La sigla è quella dello Stato membro che ha emesso il documento, a seguire il nome per esteso dello Stato e l’autorità competente. Nella parte inferiore troviamo il numero del libretto di circolazione, mentre in basso è presente il numero d’immatricolazione con un codice alfanumerico, identificativo della registrazione alla Motorizzazione Civile. Andando a scorrere le singole lettere, troviamo alla lettera A la targa del veicolo, alla B la data della prima immatricolazione; per la C, le sigle C 2.1, C 2.2 e C 2.3 sono riservate ai dati che riguardano il proprietario del veicolo, se questo è anche l’intestatario del libretto di circolazione auto; in caso i due soggetti siano differenti, il cognome, il nome e l’indirizzo sono indicati con i codici C.1.1, C.1.2, C.1.3. Il codice C.4 indica se l’intestatario del libretto è anche proprietario della vettura.
Facciata anteriore, quadrante 2: si trova in alto a destra e contiene i dati relativi alla casa costruttrice, al nome del modello, il numero di telaio, la data di immatricolazione, la categoria del veicolo, la massa, il numero di omologazione del modello, i dati inerenti il motore, le emissioni e il colore della carrozzeria. In particolare, alla lettera D troviamo i dati tecnici del veicolo nel dettaglio, come il nome del costruttore (accanto al codice D.1), il tipo di modello, attraverso un codice usato dalla casa costruttrice (accanto al D.2), il nome dell’auto (accanto alla dicitura D.3);
con la lettera E viene indicato il telaio dell’auto (fondamentale, come la targa, per identificare il veicolo in caso di smarrimento delle targhe ed eventuale reimmatricolazione, ma anche per cercare i pezzi di ricambio);
la lettera F indica i limiti di massa trasportabile in diverse condizioni di carico: la massa massima ammissibile a pieno carico (contrassegnata con F.1), la massa massima ammissibile a pieno carico in servizio (in corrispondenza di F.2), la massa massima ammissibile dell’insieme costituito dal veicolo a pieno carico e dal rimorchio, (indicata da F.3); Alla lettera I corrisponde la data di immatricolazione dell’auto;
la lettera J riporta la destinazione d’uso del mezzo (ad esempio autovettura per trasporto di persone – uso proprio), la destinazione d’uso nel dettaglio (alla voce J.1), il tipo di carrozzeria (alla voce J.2);
la lettera K riporta il numero di omologazione del veicolo, indicato con una sigla alfanumerica, la L il numero di assi, la M indica il passo dell’auto espresso in millimetri; per gli autocarri che superano le 3,5 tonnellate è prevista anche la voce N che riporta la massa per ogni asse, mentre alla O troviamo i limiti di massa trasportabile;
proseguendo, la lettera P è riservata al motore: nello specifico, P.1 indica la cilindrata, P.2 esprime la potenza massima in kilowatt, P.3 indica il tipo di alimentazione, P.4 (anche se non sempre presente) esprime il regime di rotazione, P.5 indica il numero di identificazione del motore;
ancora: la lettera Q indica il rapporto potenza/massa (solo per i motocicli), la R il colore della carrozzeria, la S i posti a sedere (S.1) ed eventualmente, in caso si tratti di autobus, anche i posti in piedi di cui dispone il mezzo (S.2); la T sta ad indicare la velocità massima;
alla lettera U viene specificata la rumorosità del motore: U.1 indica il livello espresso in decibel a veicolo fermo, U.2 il regime di rotazione del motore rispetto a cui viene misurato il valore di U.1, U.3 il rumore del veicolo in movimento;
la lettera V riguarda tutte le specifiche relative all’inquinamento, in particolare V.3 per gli ossidi di azoto, V.5 per il particolato nei motori diesel, V.7 per la CO2; V.8 riporta invece il consumo medio di carburante nei test su ciclo misto o combinato (espresso in litri per 100 Km); con V.9 viene indicata la classe ambientale di omologazione CE come Euro 6, Euro 5, Euro 4; sempre in questo quadrante, viene riportata la direttiva europea che regola l’omologazione (ad esempio 2003/76/CE-8 indica un veicolo Euro 4 con dispositivo antiparticolato). La lettera W indica la capacità in litri del serbatoio.
Facciata anteriore, quadrante 3: in basso a sinistra, riporta la casa costruttrice, le dimensioni del veicolo (la lunghezza e la larghezza), il rapporto potenza/tara, il tipo di cambio e le misure dei pneumatici omologati che è possibile montare sul mezzo e, per esteso, la classe di omologazione Euro (con la direttiva antinquinamento che il mezzo rispetta) compresa, eventualmente, quella come veicolo ibrido con alimentazione benzina o diesel, poi la massa a vuoto il limite massimo di peso con il traino di un rimorchio e il consumo di carburante.
Facciata anteriore, quadrante 4: è l’ultimo quadrante, quello inferiore destro: di solito viene lasciato vuoto, se non occorre riportare altri dati.
Retro della Carta di circolazione
La Facciata posteriore riporta, nel primo quadrante, la legenda del libretto di circolazione e di tutte le lettere sopra indicate; nel secondo quadrante i dati relativi alla revisione del veicolo: qui andranno apposti i talloncini adesivi relativi al superamento della revisione periodica del mezzo (dopo 4 anni dall’immatricolazione per i veicoli nuovi, poi con cadenza biennale, ad eccezione dei veicoli adibiti a trasporto persone, come taxi ed autobus, che devono effettuarla ogni anno). I due quadranti inferiori del retro del documento infine sono vuoti per consentire di apporvi i tagliandi relativi ad eventuali passaggi di proprietà o aggiornamenti della residenza.
Differenza fra libretto auto ibrida ed elettrica
L’indicazione dell’omologazione ibrida si trova nel terzo o quarto quadrante del libretto di circolazione, dove sono presenti le informazioni aggiuntive del veicolo. In particolare la classe ambientale di omologazione (ad esempio: Euro 6d-TEMP-EVAP-ISC o Euro 6d-ISC-FCM) ed eventualmente l’omologazione come veicolo ibrido con l’indicazione dell’alimentazione a benzina o diesel.
Per quanto riguarda le auto interamente elettriche, nel quadrante 3, oltre agli altri dati è espressamente indicato il tipo di trazione, la presenza di uno o più motori a seconda della marca, la loro tipologia e dove sono posizionati, il consumo di energia elettrica e l’autonomia.
Naturalmente alcuni dei dati indicati nel libretto di circolazione di una vettura elettrica sono sempre assenti, come ad esempio i punti V, che riportano le emissioni inquinanti, in quanto per le vetture elettriche non ne producono.
Alterazione o contraffazione, ritiro del documento
Caratteristica del libretto è di essere stampato su una carta particolare, in modo da renderne difficile la riproduzione e la contraffazione. A questo proposito è importante tenere presente che ogni modifica apportata al veicolo, o che vada ad alterare i valori riportati sulla Carta di circolazione (che dunque non corrisponderà a quanto dichiarato in fase di immatricolazione), esporrà il proprietario del veicolo, in caso di controllo da parte delle forze dell’ordine, al ritiro del documento stesso. Il veicolo dovrà essere fermato e sarà autorizzato a circolare nuovamente solo in seguito a revisione straordinaria, per poterne verificare conformità e idoneità alla circolazione.
Altri casi in cui è possibile che le forze dell’ordine procedano al ritiro della Carta di circolazione, quelli di revisione scaduta, mancato aggiornamento dei cambi di proprietà o residenza, utilizzo non autorizzato del mezzo (come il trasporto di più persone rispetto al numero di passeggeri per cui l’auto è omologata). Oltre al ritiro della carta di circolazione, verrà comminata una sanzione, da pagare entro i termini stabiliti, conservando la ricevuta di pagamento, necessaria per il ripristino del libretto.
Cosa fare in caso di smarrimento o furto
In caso di furto o smarrimento del libretto di circolazione è obbligatorio procedere con la denuncia agli organi di Polizia per ottenere un duplicato del documento entro 48 ore dallo smarrimento del documento. Al momento della denuncia l’organo di Polizia verifica se il la carta è duplicabile direttamente senza ulteriori richieste da parte dell’utente: in questo caso invia la richiesta di duplicato al al Ministero Infrastrutture e Trasporti e rilascia un permesso provvisorio di circolazione del veicolo; il nuovo documento sarà poi spedito all’indirizzo di residenza dell’intestatario del veicolo con posta assicurata, al costo di 10,20 euro più spese postali da pagare alla consegna.
Se, invece, la carta di circolazione non potrà essere duplicabile direttamente, l’interessato dovrà presentare richiesta di duplicato ad un ufficio della Motorizzazione civile, presentando la domanda su modello TT 2119, effettuare il versamento di 10,20 euro sul c/c 9001 ed allegare la denuncia di smarrimento presentata agli organi di Polizia, un documento di riconoscimento valido e il permesso provvisorio di circolazione rilasciato all’atto della denuncia. Se la Motorizzazione civile non risponde entro i 45 giorni previsti, è possibile rivolgersi al numero verde 800 23 23 23.
In entrambi i casi verrà rilasciato, come detto, un permesso provvisorio, fondamentale per poter circolare con il proprio veicolo.
Dal momento del rilascio del permesso provvisorio, la Carta di circolazione identificata nella denuncia non è più valida e qualora venisse ritrovata o restituita, dovrà essere distrutta.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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