
L'istantanea è di quelle destinate a restare scolpite nella storia. Donald Trump e Volodymyr Zelensky seduti da soli nella basilica del Vaticano, senza consiglieri, protesi l'uno verso l'altro a cercare di costruire le condizioni per porre fine alla guerra. Una immagine che porta la diplomazia fuori dalle segrete stanze, la contamina di sacralità e per dirla con le parole di Enrico Mentana costituisce la più clamorosa risposta della realtà alla torrenziale produzione di immagini di Intelligenza Artificiale di questi giorni.
Questa foto è frutto di un lavoro diplomatico di cui Giorgia Meloni si è fatta carico in prima persona e a cui si è molto dedicata. La premier italiana è rimasta sempre in contatto con il presidente degli Stati Uniti, ha concordato con lui tutte le mosse e ha favorito l'incontro fra Trump e Zelensky. Una mediazione portata avanti nel più stretto riserbo che ha consentito di rendere possibile quel rendez-vous all'inizio escluso da entrambe le parti e che solo venerdì è stato ufficializzato dallo stesso Donald Trump, sia pure con una formula possibilista. Due giorni fa, in realtà, le rispettive diplomazie avevano concordato che l'incontro avvenisse prima del funerale, in maniera diretta, senza la presenza di mediatori. Qualcuno, vedendo alcune immagini circolate sui social, ha ipotizzato che anche Emmanuel Macron dovesse prendere parte all'incontro, ma in realtà il presidente francese si era soltanto avvicinato per un saluto e il cerimoniale ha avvicinato una terza sedia, ma l'equivoco è stato subito chiarito.
«Vedere Trump e Zelensky che parlano di pace al funerale del Papa della pace ha un significato enorme» commenta Giorgia Meloni, parlando con il sito di Repubblica. Da quanto filtra nel corso dell'incontro - definito «molto produttivo» dalla Casa Bianca - il presidente ucraino avrebbe offerto la disponibilità a un cessate il fuoco, chiedendo una rimodulazione ragionevole delle condizioni per una tregua. Una apertura che ha fatto sì che la pressione internazionale si spostasse immediatamente verso Mosca, come dimostrano le parole del presidente statunitense, ma anche le dichiarazioni della premier italiana, contenute in un comunicato rilasciato alla fine di un colloquio con Zelensky. Un incontro nel corso del quale i leader hanno ribadito «il sostegno agli sforzi del Presidente Trump per una pace giusta e duratura, capace di garantire un futuro di sicurezza, sovranità e libertà all'Ucraina. Il Presidente del Consiglio ha espresso le proprie condoglianze per le vittime dei recenti attacchi russi, rinnovando la ferma condanna di tali atti e sottolineando l'urgenza di un cessate il fuoco immediato e incondizionato, nonché della necessità di un impegno concreto da parte di Mosca per l'avvio di un processo di pace. Il Presidente del Consiglio ha salutato positivamente la piena disponibilità dell'Ucraina per un immediato cessate il fuoco. Ora ci si attende che anche la Russia dimostri concretamente la propria volontà di perseguire la pace». Poi, l'incontro con il leader ucraino che elogia la premier: «Abbiamo discosso delle garanzie per la nostra sicurezza. Ho apprezzato la sua posizione chiara e di principio».
Giorgia Meloni non nasconde la propria soddisfazione neppure per il saluto a Piazza San Pietro tra Donald Trump e Ursula von der Leyen.
Un primo contatto e un inizio di quel processo di disgelo nei rapporti tra Stati Uniti e Ue che, si spera, possa essere propedeutico per il vertice della pace a cui la premier italiana si sta dedicando fin dal giorno successivo al suo viaggio a Washington.
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