Come regolarizzare colf e badanti: le istruzioni da seguire | La guida

In Italia servono 2,2 milioni di collaboratori domestici. Con un sommerso del 46,5%. La procedura per evitare sanzioni

Come regolarizzare colf e badanti: le istruzioni da seguire | La guida
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Quasi un milione di badanti, più di 1,2 milioni di colf: sarebbe questo l’ammontare delle esigenze di lavoro per le famiglie italiane dove si richiede un particolare servizio alla persona e alla residenza domestica. Sono alcuni numeri presentati in queste ore nel terzo rapporto sul Fabbisogno di manodopera italiana e straniera nel comparto del lavoro domestico in Italia, (tra il 2023 e il 2025) a cura del Centro Studi Idos, per conto di Assindatcolf (una delle maggiori associazioni sindacali di categoria). Quasi il 70% delle badanti è straniera, quasi il 65% delle colf.

Insomma, c’è un fabbisogno di circa 2,2 milioni di collaboratori domestici, sommando colf e badanti. Molto più di quanto censisce l’Inps, che ovviamente dispone solo dei rapporti di lavoro regolarmente registrati, mentre dal dato fornito dal settore Contabilità Nazionale dell’Istat nel 2020 – ultimo anno disponibile –, si stima una quota di lavoro sommerso nel settore dei servizi alla persona pari al 46,5%.

Eppure, la procedura da seguire per mettere in regola la colf o la badante è molto semplice.

Consiste di due passaggi:

  • La stipula del contratto di lavoro (o lettera di assunzione)

  • La comunicazione all’INPS dell’assunzione del collaboratore domestico

Mentre la stipula del contratto è demandata al rapporto tra lavoratore e datore di lavoro (all’interno di cornici contrattuali definite anche dalle organizzazioni sindacali, come Assindatcolf), la comunicazione all’Inps deve essere definita con una procedura standard:

  • La comunicazione di assunzione si presenta all’INPS entro le ore 24 del giorno precedente (anche se festivo) a quello di instaurazione del rapporto di lavoro.

  • La denuncia di avvio del rapporto di lavoro inoltrata all’INPS deve riportare le stesse informazioni indicate nel contratto di lavoro (retribuzione, luogo di lavoro, orari, ecc).

Per presentare la denuncia di assunzione di un lavoratore domestico all’INPS è possibile:

– avvalersi del Contact Center al numero 803164 gratuito da rete fissa o al numero 06164164 dal cellulare

– utilizzare l’apposita procedura internet di compilazione e invio online disponibile sul sito inps.it per chi è in possesso del PIN

– rivolgersi a CAF o Patronati

Vediamo adesso nel dettaglio i passaggi da seguire per mettere in regola la colf o la badante.

La documentazione necessaria. Il lavoratore deve consegnare al datore di lavoro i seguenti documenti:

  • un documento d’identità

  • la tessera sanitaria

  • il codice fiscale

  • eventuali diplomi o attestati professionali

Se il lavoratore è extracomunitario deve consegnare anche:

  • Il permesso di soggiorno;

Il contratto di lavoro regola il rapporto tra un datore di lavoro privato e un collaboratore domestico. Questo documento stabilisce gli obblighi a carico del datore di lavoro e i diritti del lavoratore. Si tratta di una semplice scrittura privata ma è importante nel caso in cui dovessero sorgere dei conflitti tra le parti.

L’accordo deve essere sottoscritto da entrambe le parti e ciascuna deve conservarne una copia. Le informazioni principali che devono figurare nel contratto di lavoro sono le seguenti:

– luogo di lavoro

– data di inizio del rapporto di lavoro

– durata del rapporto di lavoro

– mansioni e inquadramento contrattuale

– orario di lavoro

– retribuzione

– durata del periodo di prova

– giorno del riposo settimanale

– ferie

– preavviso in caso di dimissioni o licenziamento

Salvo diversamente concordato tra le parti, è possibile fare un generico riferimento al CCNL Lavoro Domestico per gli aspetti del rapporto di lavoro che non subiscono variazioni rispetto a quanto stabilito dalle norme di legge e dal CCNL (ferie, preavviso, periodo di prova, ecc).

Dai dati Inps dell’Osservatorio sui Lavoratori Domestici relativi al 2022 si può stimare una composizione, tra i lavoratori stranieri del settore comunitari e non comunitari rispettivamente

uguale a 29,1% e 70,9%; è possibile quindi ipotizzare che i lavoratori con cittadinanza non comunitaria incrementeranno, nel triennio 2023 2025 nell’ipotesi mediana, complessivamente di quasi 56 mila unità (+18.626 all’anno).

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