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Bolletta dell'acqua, è arrivata la stangata: le città più colpite

Nel 2023 i costi si sono moltiplicati: rispetto al 2018, su base nazionale, l'incremento è stato del 17,7%

Bolletta dell'acqua, è arrivata la stangata: le città più colpite

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Il peso delle bollette dell'acqua continua inesorabilmente a crescere: un aumento costante, quello che si è registrato negli ultimi anni, che ha portato il costo a lievitare in modo significativo nel 2023.

I numeri

Il dato emerge con chiarezza dall'analisi del "XIX Rapporto sul servizio idrico integrato" redatto dall'Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva, un report reso pubblico in occasione della "Giornata mondiale dell'acqua" del prossimo venerdì 22 marzo. Lo studio rivela che lo scorso anno la spesa media per nucleo familiare su base nazionale ha toccato quota 478 euro, il che significa aver raggiunto un +4% rispetto al 2022 e addirittura un +17,7% rispetto al 2018, quindi in soli cinque anni.

La maglia nera delle città in cui si sono registrati gli incrementi più significativi nell'ultimo anno spetta a Vibo Valentia, che ha toccato quota +16% rispetto al 2022. Impressionante anche il dato segnalato per Isernia, dato che i costi delle bollette dell'acqua sono letteralmente raddoppiati rispetto ai numeri documentati nel 2019.

Per quanto concerne le province più care, il primato spetta purtroppo ancora una volta a Frosinone, dove la spesa media annuale raggiunge addirittura gli 867 euro a famiglia. I capoluoghi di provincia più vantaggiosi risultano essere invece Milano e Cosenza, appaiati in vetta alla classifica a quota 184 euro annuali.

La Regione più cara è invece la Toscana, a quota 732 euro l'anno: sono ben 8 i capoluoghi di provincia toscani a finire nella top ten delle province più costose d'Italia. Il Molise nel complesso è invece la Regione meno cara (226 euro annuali a famiglia), mentre i rincari più consistenti si sono registrati in Trentino Alto-Adige con un +9%.

Spreco e dispersione

Secodo il report, una famiglia tipo composta da tre persone consuma mediamente 182 metri cubi d'acqua, ma c'è poca consapevolezza del reale livello di approvvigionamento. Uno studio condotto sulla base della consultazione di 3.355 contribuenti rivela che la maggior parte degli italiani è convinta di consumare ogni giorno al massimo 62 litri d'acqua, ben al di sotto della quota media pro capite indicata dall'Istat (215 litri d'acqua).

Uno dei problemi più gravi è certamente quello connesso agli sprechi, dovuti in larga parte alla dispersione idrica: nei soli capoluoghi di provincia, stando a quanto riferito nell'ultimo report redatto dall'Istat nel 2020, il dato tocca quota 36,2%, un numero che a livello nazionale cresce fino al 42,2%.

Male il Sud e le Isole Maggiori, dove si arriva a perdere addirittura più del 50% dell'acqua immessa nella rete idrica: il numero più impressionante è quello della Basilicata, dove la dispersione arriva al 62%. La regione più virtuosa è la Valle d'Aosta (23,9%). Andando nello specifico, le città più preoccupanti risultano essere Belluo e Latina, con una dispersione del 70%.

Macerata, invece, è il centro col dato più incoraggiante (9,8%).

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