«Classi ghetto» alla scuola Pisacane: tre bambini italiani e diciotto stranieri

Integrazione al contrario per gli alunni della Pisacane. Saranno i bambini italiani a dover trovare una loro dimensione in una classe di stranieri. Nella scuola di Torpignattara, infatti, su una classe di 21 piccoli che il prossimo anno frequenteranno la prima elementare 18 provengono dall’estero.
L’allarme è stato lanciato diverso tempo fa dai genitori degli scolari che frequentano l’istituto, ma la questione non è stata risolta. Così si rischia di veder definitivamente scomparire gli italiani: in totale infatti quest’anno ce ne sono solo 15 su 180. E la situazione peggiora rapidamente.
I dirigenti dell’Ufficio scolastico regionale, hanno deciso di giocarsi l’ultima carta: in questi giorni tenteranno di risolvere il caso attraverso il dialogo con le famiglie del quartiere. «Parleremo con la gente della zona affinché per l’iscrizioni in prima elementare, ci sia più equilibrio», ha spiegato il dirigente Raffele Sanzo, che ieri ha affrontato il problema con l’assessore capitolino alla Scuola, Laura Marsilio, e con i dirigenti scolastici.
Nel VI municipio, lo stesso della Pisacane, le iscrizioni in altri istituti di stranieri erano state finora prese con riserva. Ma adesso, in previsione dell’incontro del 9 o 10 marzo tra dirigenti, cittadini e lo stesso Sanzo, si spera che i genitori modifichino le proprie scelte. «Chiederemo agli stranieri - spiega Sanzo - di iscrivere i figli in classi dove ci sono più italiani e, al contrario, agli italiani di segnare i bambini in scuole con più stranieri, ma non forzeremo nessuno».
L’attuale situazione, infatti, condanna tutti. L’istituto, rischia di divenire un ghetto, dove i piccoli provenienti da altri paesi, invece di integrarsi con i coetanei romani, imparando così la lingua e le abitudini, finiscono per essere ancora più emarginati.
Secondo l’assessore capitolino alla Scuola, Laura Marsilio, per ottenere un maggiore equilibrio sarebbe stato necessario porre un limite all’iscrizione degli stranieri, ma questa soluzione non è stata condivisa dal municipio e da molte dirigenti scolastiche. Il risultato è questo.
«È stato un errore non sensibilizzare anche le famiglie extracomunitarie a distribuirsi sul territorio così come previsto dall’accordo di rete sottoscritto lo scorso 5 febbraio», sottolinea l’assessore.
Il deputato di Alleanza Nazionale, Fabio Rampelli, che in passato si è occupato spesso del «fascicolo Pisacane» fino a portare il caso davanti alla Commissione Cultura della Camera, ieri ha scritto una lettera al ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini. «Le ho chiesto - spiega il deputato - di emanare una circolare perentoria per il prossimo anno scolastico, che stabilisca la quota di stranieri per classe, sull’esempio di quanto fatto già a Vicenza dalla sinistra, che ha proposto un accordo sottoscritto dai municipi che fissa un tetto massimo (non più di 3 stranieri ogni 10 italiani). Così si ha una distribuzione più equa». «A Roma - prosegue Rampelli - un accordo analogo è stato proposto dal sindaco Gianni Alemanno e dall’assessore Laura Marsilio, che hanno incontrato alcune rappresentanti del comitato mamme della Pisacane. Ma non si è potuto “chiudere”, perché le autorità territoriali non sono state altrettanto sensibili. Ora si rischia di avere scuole ghetto, dove gli immigrati non riescono a integrarsi con gli italiani e questi ultimi, in classi multietniche, incontrano dei seri problemi di formazione».


E non è un caso che, qualche tempo fa, una madre di un bimbo cinese abbia deciso di togliere il figlio dalla scuola. «Non ho attraversato mezza Asia - ha spiegato - per portare il mio bambino in un istituto per stranieri».

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