In coda per la preistoria E' boom di visitatori alla mostra dei dinosauri

A Torino come Jurassic Park: il Tirannosaurus Rex e gli altri giganteschi rettili del passato conquistano il pubblico. Che torna a 220 milioni di anni fa

In coda per la preistoria  E' boom di visitatori  alla mostra dei dinosauri

Il gigantesco T-Rex, con i suoi denti enormi e aguzzi. E poi l’Europasaurus, l’Oviraptor e il Dracorex. Sembra di guardare un frammento del mitico film Jurassic Park, e invece siamo nel pieno centro di Torino, precisamente alla Promotrice delle Belle Arti, nel parco del Valentino. Proprio qui più di 2.500 persone hanno già visitato la mostra che riporta in vita la preistoria. È intitolata «Dinosauri», appunto, e permette di ammirare 17 specie di rettili ormai estinti ricostruiti a grandezza naturale, con i colori che i paleontologi ritengono li abbiano caratterizzati. Ma soprattutto offre l’occasione di intraprendere un viaggio a ritroso nel tempo, fino a duecentoventi milioni di anni fa.
Già l’ingresso lascia a bocca aperta, perché a dare il benvenuto a grandi e bambini è un gigantesco esemplare di Tirannosauro - proprio quello clonato dai costruttori del parco divertimenti «inventato» da Steven Spielberg -, ricostruito proprio come si pensa dovesse sembrare 70 milioni di anni fa. Stanza per stanza, i visitatori passeggiano attraverso il tempo, passando dal Triassico - 220 milioni di anni fa - al Giurassico e poi al Cretaceo, fino a «rivivere» l’estinzione degli immensi rettili, avvenuta 65,5 milioni di anni fa.
Passo dopo passo è possibile ammirare il Giganotosaurus, con il suo scheletro lungo ben 14 metri, e poi l’Oviraptor. Ma anche l’Eoraptor e il Gallimimus, tanto caro ai fan del colossal americano dedicato ai dinosauri. Ma la mostra è anche l’occasione per conoscere segreti e curiosità legate al mondo della preistoria. Per esempio che la metà degli esemplari di rettili si nutriva esclusivamente di vegetali e che ogni sette settimane viene coniato un nuovo nome di dinosauro. Ma anche che le specie più numerose sono vissute in Argentina e che durante gli anni Venti del Novecento un uovo di Oviraptor è stato venduto alla Colgate University di Hamilton, Stato di New York, per la cifra record di cinquemila dollari.
La mostra è organizzata dalla Fondazione DNArt, e resterà aperta fino al prossimo 12 febbraio. E se, come prevedibile, ha conquistato i bambini, sta già affascinando anche molti adulti, grazie alle ricostruzioni tridimensionali - attraverso le quali sembra di tornare davvero indietro nel tempo - e agli scheletri ricostruiti in tutta la loro imponenza. «L’obiettivo è stato quello di realizzare un progetto scientifico divulgativo nato dalla collaborazione con il museo di Scienze naturali di Torino - spiega Elena Fontanella, presidente della Fondazione - La visita offre, infatti, a grandi e piccini un coinvolgente viaggio, tra divertimento e conoscenza, nell’affascinante mondo dei dinosauri. Arricchita dall’esperienza dello scavo paleontologico simulata nel laboratorio».


L’esposizione infatti ha un occhio di riguardo per i bambini, ai quali sono dedicati numerosi laboratori. C’è, per esempio, una vera e propria «area scavo» per piccoli paleontologi under sei, che seguiti da esperti possono divertirsi a rintracciare fossili muniti di paletta, come dei veri scienziati.

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