Le colleghe non lo vogliono. Racz «licenziato» prima di iniziare

RomaRivolta anti-Racz al Majestic. «Faccia da pugile» ieri avrebbe dovuto cominciare a lavorare nel ristorante dello chef Filippo La Mantia, che aprirà a maggio. Ma l’offerta è stata ritirata. Tre cameriere, infatti, si sono licenziate appena hanno saputo che il romeno, accusato e poi scagionato per lo stupro della Caffarella, avrebbe preso servizio lì. Una ditta di facchinaggio ha invece protestato, sostenendo che c’erano colleghi italiani che avevano molti più diritti. «Infine dall’estero - spiega La Mantia - un’agenzia turistica ha inviato un fax per dire che non avrebbero mandato clienti se Racz fosse stato assunto. Ieri per me è stata una giornata incredibile. Parliamo di razzismo? Posso dire di aver scoperto un altro mondo».
Intanto ieri pomeriggio anche Alexandru Izstoika Loyos poco prima delle 18 ha lasciato il carcere di Regina Coeli. «Il biondino» aveva gli occhi velati dalla commozione, la stessa felpa e gli stessi jeans del giorno dell’arresto, ma i capelli molto più corti. Era finito in cella il 18 febbraio perché accusato di aver stuprato quattro giorni prima la quattordicenne alla Caffarella. E ci era rimasto anche quando l’esame del Dna lo aveva scagionato, perché raggiunto da una nuova ordinanza di custodia cautelare per calunnia, auto calunnia e favoreggiamento. Aveva infatti raccontato di aver confessato la violenza solo perché estorta dalla polizia romena e di aver tirato in ballo Karol Racz perché minacciato.
Ieri mattina il Tribunale del Riesame di Roma, presieduto da Antonio Lo Surdo, ha dato ragione al suo legale Giancarlo Di Rosa, annullando l’ordinanza emessa dal gip Guglielmo Muntoni e imponendo la «scarcerazione di Loyos se non detenuto per altre cause».
«Il biondino», a una giornalista romena che gli chiedeva come stava ha risposto «bene» aggiungendo che però i giorni in carcere «sono stati così così» e che, comunque, non lascerà l’Italia per tornare in Romania. Poi è scomparso rifugiandosi nell’auto delle assistenti del suo difensore.
Loyos, però, resta indagato. «Leggeremo le motivazioni del Riesame e valuteremo la situazione», ha commentato il pm Vincenzo Barba, che vuole approfondire i punti ancora oscuri dell’inchiesta e in particolare quale legame ci fosse tra Loyos e Oltean Gavrila, arrestato insieme a Ionut Jean Alexandru il 20 marzo. Il pm sostiene infatti che i due si conoscessero poiché nel 2007 erano stati detenuti entrambi a Regina Coeli, ed erano vicini di cella.

Rimane da chiarire, inoltre, il perché della «confessione», poi ritrattata. Gli inquirenti non escludono che anche Loyos e Racz si trovassero alla Caffarella il 14 febbraio, forse per fare da «palo» ai due connazionali.

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