Colombo, vietato andare a piedi

Colombo, vietato andare a piedi

Roberta Bottino «Cantami o Diva, l'ira funesta» del malcapitato viaggiatore, che una volta atterrato all'aeroporto di Genova desidera arrivare nel centro città. Altro che Iliade, quella che si prospetta è una vera e propria Odissea. Ore 10.10 del mattino, eccomi all'uscita del Cristoforo Colombo. Piove, tira vento, ma finalmente sono arrivata a destinazione. .. o quasi. Piazza De Ferrari è la tappa conclusiva del viaggio che da questo momento è tutto in salita. Mi guardo attorno. Il deserto. Chiedo informazioni e scopro che esiste un autobus, il numero 100, per gli amici detto «Volabus», che porta fino alla stazione Principe. «Ultimamente però sono state tagliate numerose corse - dice un signore -, e il percorso della linea 100 non porta più come in passato fino a Brignole, ma si ferma a Principe. Il prossimo bus dovrebbe passare tra una cinquantina di minuti». A lamentarsi di questi tagli sono stati anche i dipendenti dell'aeroporto, che poche settimane fa avevano chiesto all'amministrazione comunale, tramite una lettera indirizzata al Sindaco in persona, il ripristino del vecchio servizio. Dal comune però nessuna risposta. Ma torniamo alla mia odissea. Mi si prospettava una snervante attesa di cinquanta minuti o la possibilità di arrivare a Sestri Ponente a piedi. Ingenuamente decisi di tentare la carta della «passeggiata» e così m'incamminai. Per prima cosa, dopo aver chiesto indicazioni sulla direzione da prendere, girai tutt'intorno ad un grande fabbricato seguendo un marciapiede largo come un palmo di mano, dissestato, pieno di erbacce e rifiuti di vario genere. Ad un certo punto m'imbattei in un cartello che recitava: «Pedoni a destra». E allora, per rispettare le anomale direttive, mi spostai come indicato. Sbucai in una strada priva di marciapiedi e circondata da numerosi edifici industriali. Una zona che pareva il set di un film fantascientifico. Ogni tanto sfrecciava qualche automobile che per poco rischiava di travolgermi. Erano trascorsi una quindicina di minuti, quando mi ritrovai di fronte ad un bivio. Da un lato la strada che costeggia il porto di Sestri Ponente e dall'altro via Marsiglia. Dopo aver chiesto informazioni ad un gentile pescatore, optai per la seconda soluzione. Se non avessi incontrato anima viva mi sarei sicuramente persa. Ma il bello doveva ancora venire. Imboccata via Marsiglia ecco un'indicazione: pedoni sul lato sinistro. Dopo pochi metri passai sopra il ponte della ferrovia di Sestri e... incredibile, la via era senza uscita. Un muretto bloccava la strada impedendo al povero pedone di passare. L'unica soluzione era quella di confidare nelle proprie capacità atletiche e scavalcare il pesante ostacolo. Oplà, con un balzo felino tornai sulla strada. Peccato però che da quel punto in poi non esistesse più il marciapiede, ma solo autoveicoli che sfrecciavano ovunque.
Insomma per i poveri pedoni la vita non è per niente facile. Altro che fatiche di Ercole, quelle sì, che erano banali passeggiate! Per i più temerari una volta superata Sestri Ponente si arriva in via Siffredi, dove fa bella mostra di se un marciapiede.

Peccato che ogni tre metri sia occupato da grandi colonne che costringono i pedoni a scendere in strada e a provare l'ebbrezza di venire investiti. La pazienza però ha un limite, e arrivati a questo punto sapete che vi dico? La mia odissea finisce qui. Taxi? Destinazione Piazza de Ferrari.

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